COLLEPASSO/GALATINA (Lecce) – Succede sporadicamente che un’indagine per un incidente stradale sfoci in un decreto di archiviazione. Una strada che gli inquirenti decidono di percorrere raramente e, soprattutto, solo quando tutti gli elementi raccolti nel corso delle indagini vadano univocamente in un’unica direzione. Per l’incidente del 10 ottobre del 2018 in cui perse la vita Roberto Castrignanò, un 59enne di Collepasso, il pubblico ministero Luigi Mastroniani ha chiesto l’archiviazione del procedimento a carico dell’unico indagato: G.P., 32enne, di Galatina.
Il sinistro si verificò in prima serata in agro di Soleto, all’altezza di una rotatoria, nei pressi dello stabilimento Colacem, molto pericolosa. Un’intersezione dove, di frequente, si sono verificati incidenti anche molto gravi. Al momento dell’impatto, Castrignanò percorreva la Soleto-Sogliano alla guida di una Mini Cooper quando, sulla sua corsia, sarebbe stato investito dalla Punto guidata da G.P. che, a sua volta, proveniva da Martano e viaggiava verso la provinciale 138. Nonostante l’impatto fra i mezzi si rivelò estremamente violento, Castrignanò venne trasportato presso l’ospedale di Scorrano in codice giallo salvo poi aggravarsi nella notte quando l’uomo morì dopo essere stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico.
La Procura aprì così un fascicolo d’indagine affidando all’ingegnere stradale Gianni Nataly una consulenza per stabilire dinamica ed eventuali responsabilità del sinistro. E le conclusioni avrebbero di fatto scagionato l’indagato. R.B., in prossimità dello stop, avrebbe avuto la visuale ostruita dalla fitta vegetazione presente nelle isole di traffico delimitanti l’incrocio; l’illuminazione era del tutto assente e mancava una segnaletica orizzontale che, di fatto, avrebbe ostruito la visuale ad entrambi i conducenti poi entrati in collisione. Discordanze, poi, sono emerse anche sulla velocità con cui l’indagato avrebbe affrontato l’incrocio. Alla luce di tutti questi elementi il pm ha chiesto l’archiviazione del procedimento a carico di G.P., difeso dall’avvocato Francesco Palmieri, alla luce dell’insufficienza degli elementi idonei a sostenere un’accusa in giudizio.