LECCE – Tantissime modelle, acconciatori e più di un centinaio di altre maestranze. La sfilata Dior è confermata per il 22 luglio, alle 20:45, in piazza Duomo a Lecce, a porte chiuse, durerá non più di una ventina di minuti.
Da mesi ci dicono che la scelta della stilista Maria Grazia Chiuri di presentare la “Collezione Resort” 2021 a Lecce è importante per l’indotto che ne consegue, eppure dopo un’enorme attenzione mediatica, tutti resteranno fuori, senza sconti. In conferenza stampa è stato ribadito che sarà a porte chiuse. Insomma, l’informazione locale va bene per un po’ di pubblicità che veicoli ancora di più l’evento di un brand così famoso nel mondo. Il ché vuol dire: niente pubblico che spende, niente prima fila, niente “influencer” di tutto il mondo. Un “fashion show” che sarà solo per gli addetti ai lavori, dunque.
Ad ogni buon conto, l’unica magra consolazione per i “fashion victim” è che tutta la manifestazione verrà ripresa sui canali ufficiali della “maison” Dior e sulle varie dirette social, da Instagram a Facebook. La disintermediazione vince ancora sul giornalismo, soprattutto quello locale, messo fuori dalla porta in casa propria.
<<Questa straordinaria (perchè fuori dall’ordinario) opportunità consente alla città di Lecce un rimbalzo di immagine senza precedenti rispetto alle varie campagne pubblicitarie>>, ha detto il primo cittadino, Carlo Salvemini: << La Curia e Sua Eccellenza hanno messo a disposizione della “maison” francese la sede più suggestiva che abbiamo qui a Lecce. Già da domani inizieranno i lavori, si aprirà un cantiere che, se è gestibile per noi cittadini, lo sarà un po’ di meno per la curia, ma sarà pur sempre garantito ai fedeli l’accesso in cattedrale.
Vorrei ricordare che gran parte della produzione della casa di moda viene realizzata nel nostro Paese (alla direzione artistica abbiamo un italiano, Pietro Beccari) e noi qui, nel Salento, vantiamo numerose aziende che producono per Dior. Credo si debba vivere con orgoglio questa occasione. Quanto ai protocolli di sicurezza nell’osservanza delle linee guida governative: la sfilata sarà a porte chiuse, quindi non ci sarà pubblico nè ci saranno privilegiati. Non ci sarà pubblico, non ci saranno biglietti nè inviti>>.
L’evento, in effetti, sarà una buona occasione per diffondere tra gli addetti ai lavori del mondo della moda il brand Salento. Oltre al momento della sfilata, ci sarà un’ulteriore occasione di esibizione della città barocca, essendo state previste varie sessioni di shooting fotografici in altri punti urbani specifici, che verranno scelti per scatti esclusivi della casa di moda. I fotografi, dunque, saranno solo quelli ufficiali Dior. I giornalisti saranno solo quelli che si occupano esclusivamente di moda, lavorando per riviste di moda, mentre, da quanto appreso in conferenza stampa, si potrà solo intervistare il Vescovo, Monsignor Michele Seccia, che d’altronde è lì, in casa sua, e potrà garantire le interviste ai giornalisti locali che ne abbiano bisogno.
Proprio Sua Eccellenza Mons. Seccia nella conferenza stampa di questa mattina ha affermato: <<Sono ben lieto di accogliere in piazza Duomo tutto ciò che può promuovere il nostro territorio, per un segno di Speranza per la nostra terra, che mette a disposizione la piazza più bella che abbiamo. Bisogna però rispettare determinati canoni. Passeggio spesso sul terrazzino vescovile e mi piace guardare da lassù quanti passeggiano e si meravigliano del nostro Barocco. La nota più bella sono i ragazzini che scorrazzano, quindi sono orgoglioso di mettere questa piazza al servizio della città, piazza che non è un fatto privato perché promuove la città. Inoltre ho accettato di ospitare Dior perché il mondo della sartoria mi ricorda la sorella di mia madre: tante volte da bambino ho visto lavorare mia zia con zelo. Nell’accettare, ho rivissuto quei momenti da piccolo. Essere a disposizione dell’artigianalità è una cosa molto bella.
Al contrario, coprire è un diminuire il valore della piazza>>. Quella del Duomo è una delle più belle “piazze chiuse” d’Italia, un bene che appartiene allo Stato, su cui insistono beni ecclesiastici: le immagini di questo bene storico-architettonico viaggeranno in tutto il mondo. Questa è un’altra nota positiva da non sottovalutare.