CASARANO (Lecce) – Da vittima in un agguato di mafia a colpi di kalashnikov a imputato per un accoltellamento per questioni di viabilità. Antonio Amin Afendi, 30enne di Casarano, è stato condannato in appello a 5 anni e 4 mesi di reclusione (così come richiesto dal sostituto procuratore generale Maria Cristina Rizzo) con le accuse di lesioni personali aggravate e porto abusivo di arma da fuoco. La Corte (Presidente Carlo Errico) ha confermato la sentenza emessa in abbreviato circa un anno fa (il 25 giugno del 2021) dal gup Sergio Tosi per il ferimento di un operaio di 49 anni dopo un battibecco in strada avvenuto nel pomeriggio del 22 novembre 2020 per le vie del paese.
“Tu non sai chi sono io”; “tu non sai cosa rischi” sarebbero state le espressioni utilizzate da Afendi per minacciare e intimidire l’automobilista. Dalle parole sarebbe passato in breve ai fatti. Improvvisamente Afendi avrebbe estratto un coltello dalla tasca destra del giubbotto colpendolo con un fendente al fianco sinistro. L’accoltellatore venne fermato poco dopo dai carabinieri della stazione di Casarano sempre in via Solferino, teatro del ferimento. il giovane aveva ancora il coltello in mano e fu così arrestato con le accuse di lesioni aggravate e porto abusivo di arma. La vittima, invece, venne trasportata presso l’ospedale di Casarano con una prognosi di 15 giorni.
Il dispositivo conferma anche il risarcimento in favore della parte civile (assistita dall’avvocato Simone Viva) già risarcita in primo grado con una provvisionale di 10mila euro. Non appena saranno depositate le motivazioni, l’avvocata di Afendi (la legale Francesca Conte), potrà presentare ricorso in Cassazione.