HomeCulturaSalento a pArte: Gianni Rizzo

Salento a pArte: Gianni Rizzo

di Caterina Rizzelli

Gianni Rizzo, artista a tutto tondo. Le sue passioni sono la scultura e la pittura. Il suo rimpianto, non aver frequentato una scuola d’arte anche se il talento innato è stato più forte degli anni di formazione accademica. Da quando è in pensione, non c’è giorno che passi senza la realizzazione di particolari artistici delle sue bellissime opere. Alcune di esse sono esposte nelle Chiese, altre nel Comune di San Pietro Vernotico, il suo Paese. Opere donate con il cuore e realizzate con mano esperta. E noi lo abbiamo intervistato.

Quando è nata la passione?

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Io sono nato con la passione della scultura e della pittura;fin da piccolo mi divertivo a disegnare, a fare dei quadri e delle piccole sculture in pietra leccese e legno. Dopo le medie non ho frequentatole scuole artistiche perchè mio padre voleva che diventassi ragioniere. Ho scelto di lavorare presso un petrolchimico che a quei tempi sorgeva a Brindisi facendo l’analista chimico-fisico. Il lavoro era bellissimo e mi piaceva ma volevo di più dalla vita e, soprattutto, dedicarmi all’arte. Una volta in pensione, ancora relativamente giovane, mi sono iscritto alla scuola artistica Società Operaia Maccagnani di Lecce dove ho appreso le giuste tecniche di pittura e di scultura, da insegnanti di alto livello.

Cosa ti piace fare di più?

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Amo molto scolpire, una mia opera in pietra è posizionata nel municipio del mio paese, S. Pietro Vernotico, da me regalata all’AVIS , rappresenta lo stupendo momento di donazione di sangue. Un’altra mia opera è stata scelta dal mio comune per farne dono ad un altro comune in occasione del loro gemellaggio. Altri bassorilievi e quadri pittorici, molto apprezzati, sono in studi medici e case private. Un mio quadro è stato scelto per essere donato ad un personaggio istituzionale in occasione del suo pensionamento. Tutt’ora sono impegnato alla realizzazione di un grande bassorilievo in creta che sarà posizionato in una chiesa.

Dicono che gli artisti non amino staccarsi dalle proprie opere. E’ vero?

Ogni volta che cedo per qualsiasi motivo una mia opera è come se stessi  dando via un pezzo di me stesso, tanto forte è l’amore e la passione con cui faccio, ma ce ne è una da cui non riuscirei a staccarmi mai .: è un tuttutondo in creta che rappresenta un pezzo di storia del mio paese, ovvero la sconfitta dei turchi che i miei compaesani inflissero loro dopo le stragi di Otranto. Copia di quella bandiera è ancora custodita ed ogni anno viene messa all’asta ed in cui ricavato va a beneficio della festa patronale.

Hai dei soggetti preferiti nelle tue rappresentazioni?

Nei miei lavori non ho soggetti preferenziali. Il cuore sceglie, la mano esegue.

 

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