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Area mercatale di Settelacquare: 48 box abbandonati. Torricelli: “Per la Puglia”: “Progetto da ripensare”

LECCE – Area mercatale di Settelacquare, un importante progetto programmato 15 anni fa e mai partito malgrado siano stati già investiti oltre 5 milioni in infrastrutture. Piazzale Vittime del Terrorismo, oltre 2 milioni per espropri e realizzazione, mercato multietnico, oltre 1 milione, malgrado lodevoli iniziative e impegni delle categorie interessate ad oggi più o meno inutilizzato, il mercato coperto, definito dai sindacati e dai commercianti ortofrutticoli un mese fa, viste le serrande chiuse e le panche vuote un mercato in agonia ed i cui costi di realizzazione e di svariate opere di ristrutturazione, ampliamento e toppe varie nel corso degli anni sono incalcolabili ed in ultimo lo scandalo politico, amministrativo e patrimoniale della struttura commerciale complessa dei 48 locali in vetro e alluminio ancora oggi, dopo 11 anni, vuoti ed inutilizzati.

“Di quest’ultima sfortunata struttura, la Segreteria cittadina del movimento civico regionale ‘per la Puglia’ dopo aver registrato, anche documentalmente, anni di progetti, solenni programmi elettorali e impegni amministrativi al limite della sfida con i commercianti di Piazza Libertini, l’ha monitorata nel tempo e con la sincera speranza di una coraggiosa svolta di decisioni e fatti politici – chiarisce il segretario cittadino “Per la Puglia”, Gabriele Torricelli – Speranza purtroppo delusa, sottovalutando peraltro, le ultime Amministrazioni interessate, la possibilità, da parte della Corte Dei Conti di una procedura di responsabilità per l’evidente danno erariale; eccola la struttura con la sua storia di abbandono, di promesse tradite, abito a pochi metri e garantisco che si respira una sconsolata aria di degrado e di sconfitta, con i suoi 48 box ben progettati e distribuiti in 4 blocchi di 12 locali ciascuno, costruiti e disponibili dal 2012 per un costo di 1,6 milioni di euro di cui 310.000 euro di fondi della Regione e il resto con fondi del bilancio comunale, delle tasse dei cittadini leccesi, sempre danneggiati e miseramente vuoti e abbandonati.

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Malgrado i tanti e costosi interventi, le ingenti risorse impegnate in lavori di recupero strutturale a causa di ripetuti atti vandalici e di un incendio che ha distrutto e reso inutilizzabile l’intera struttura, 4 box, ancora oggi, completamente rasi al suolo, sì anche cancellate e telecamere, temo inutilizzate, impianti finalizzati al controllo ed alla sicurezza, ma ad oggi e dopo 5 anni, oltre alla delibera di indirizzo della Giunta del 6 marzo 2018, “tutela e valorizzazione di P. Libertini”– solo un bando, nello stesso anno – di assegnazione senza il risultato sperato – ampliamente e giustamente pubblicizzata e rimasta nel rumoroso silenzio di un cassetto, continua l’assoluto abbandono, i locali risultano di nuovo non fruibili e inutilizzabili, bisognosi di ulteriori interventi manutentivi ordinari e straordinari, un vero e proprio monumento all’incuria, al costoso spreco di denaro pubblico, alla mancanza di coraggio politico nel realizzare gli impegni di programma e affrontare le sfide del futuro.
Utilizzare queste importanti strutture, anche con una diversa e più funzionale destinazione, disponibilità e posizionamento delle diverse categorie commerciali del vicino mercato bisettimanale di via Roma, significa integrare la disponibilità dell’offerta commerciale maggiormente concorrenziale con conseguente domanda più appetibile e varia, rendere cioè finalmente e progettualmente centrale, per la città e la sua area “metropolitana”, una zona con la sua naturale vocazione progettuale di area mercatale in cui categorie commerciali si mescolano e crescono, anche strutturalmente, in sicurezza, ordine e vivibilità ma anche dare corpo ad una storia antica di

un progetto ambizioso e coraggioso se finalizzato all’originario trasferimento dell’ambulantato di Piazza Libertini e rispondendo finalmente ai numerosi divieti della Sovrintendenza di liberare quell’area di interesse storica e culturale rimasti colpevolmente senza risposta.
Allora ragioniamo, crediamo che in questo ultimo anno di consiliatura, il Sindaco e la Sua giunta possano mettere in campo in proposito, con rinnovata energia, importanti ed intelligenti iniziatine per valorizzarne anche destinazioni diverse e complementari, al limite magari interessare categorie commerciali, sindacati, professionisti e associazioni in un CONCORSO di idee, perché no, coinvolgere la Comunità nell’idea di essere parte propositiva nella gestione progettuale del nuovo PUG in termini di valorizzazione dell’esistente.
La Citta peraltro vive l’importante impegno di poter utilizzare importanti risorse per progetti e opere per il suo sviluppo urbanistico, sociale e culturale, non solo riferito alla, speriamo, volata finale del PUG, dopo oltre 20 anni di stagnanti regole urbanistiche e di deplorevoli, inaccettabili e incomprensibili ritardi, forse convenienti per molti considerato che da tempo nessuno protesta, salvo qualche generica, rara e sommessa considerazione, ma SOPRATTUTTO le risorse del PNRR. Decine di opere per decine di milioni di investimenti in interventi che, grazie all’apprezzabile, ed encomiabile lavoro degli Uffici Comunali e sotto la guida autorevole, competente ed appassionata di Salvemini, sta operando in modo intelligente per la crescita e il futuro della nostra Comunità pur tra le tante difficoltà burocratiche e della macchina Governativa assolutamente evidenziate dal nostro Sindaco che ha opportunamente richiamato l’attenzione del Governo perché “garantisca poi al Comune il potenziamento necessario per la gestione delle opere ed infrastrutture che si andranno a realizzare”.
Una richiesta legittima, necessaria e coerente con i principi di buon governo ed è proprio per le Sue valutazioni che la Segreteria cittadina del movimento “Per la Puglia” che rappresento, cogliendo l’importante tempo di controllo e programmazione, si permette di dare un sommesso
suggerimento: Forse questa è l’occasione per un sollecito controllo della gestione del nostro importante patrimonio immobiliare e strutturale e per monitorare destinazione e uso di un centinaio di proprietà, terreni e fabbricati già nell’elenco per alienazioni, molte anche valorizzate per destinazione d’uso nel recente passato, ma nella maggior parte cespiti patrimonialmente passivi e, malgrado le tante esigenze sociali, culturali e commerciali quotidianamente emergenti nella nostra città, inutilizzate, in parte o del tutto, a cominciare dalle strutture richiamate in questo intervento.
Un coraggioso progetto di valorizzazione patrimoniale, ove possibile, di ristrutturazioni, manutenzione e ripristino, anche con il concorso economico privato, occasione di riflessione e iniziative per questa e per le future Amministrazioni rivolto soprattutto alle speranze dei giovani che il più delle volte non hanno un luogo dove sviluppare iniziative e progetti e che possano riconoscere nel proprio Governo un riferimento di discussione, confronto e idee realizzabili”.

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