CORIGLIANO D’OTRANTO (Lecce) – Il padre era morto a causa di una patologia naturale ma del suo decesso, nessuno in paese sapeva nulla. Perché il figlio Luigi ne aveva occulato il cadavere. O meglio ancora, non aveva mai comunicato la morte agli organi competenti per poter così continuare ad intascare la pensione del padre Antonio. Da settembre del 2021 fino al 15 marzo del 2023 quando il corpo del genitore venne ritrovato in un avanzato stato di scheletrizzazione all’interno della sua abitazione, in via San Leonardo, a Corigliano d’Otranto. Lì era rimasto per oltre un anno e mezzo.
“Non è mio padre” raccontò ai carabinieri il figlio 56enne quando il suo nome finì nel registro degli indagati con le accuse di occultamento di cadavere e truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed indebito utilizzo di carte di credito (gli stessi reati che vengono ipotizzati nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari fatto notificare all’uomo) cercando così di allontanare i sospetti dalla propria persona e dicendosi sicuro che il padre fosse vivo. “Si è trasferito in Svizzera, da alcuni parenti” riferì. Una tesi, per quanto inverosimile sin dall’inizio, smentita da riscontri scientifici dopo il test del Dna disposto dal pm Luigi Mastroniani, il magistrato che ha coordinato le indagini.
In realtà, per mesi, l’anziano non si era mai spostato dalla sua abitazione. Il figlio, dopo la morte del genitore, aveva adagiato il corpo sul pavimento della cucina tra il tavolo ed il camino vicino ad una portafinestra che il figlio aveva tenuto costantemente aperta. Il cadavere, poi, era stato avvolto con coperte e lenzuola frapposto fra due lettini da spiaggia legati fra loro con delle corde elastiche. Ed un ventilatore acceso etra stato lasciato davanti al cadavere con una lampada antisetticida nel bagno adiacente in modo tale da contrastare la proliferazione degli insetti.
Nonostante tutti questi accorgimenti adottati, la voce che l’anziano potesse trovarsi in casa era sempre più insistente in paese e si rincorreva da tempo. Tanto che gli agenti della polizia locale decisero di approfondire il chiacchiericcio quando venne segnalato un distacco di calcinacci dal soffitto dell’abitazione. Contattarono il figlio per accedere in casa dal momento che l’anziano era irreperibile. Una volta entrati nell’abitazione, le forze dell’ordine scoprirono il cadavere. Ed è scattata un’inchiesta inzialmente per omicidio che ha fatto emergere il motivo per il quale l’indagato aveva nascosto per tutto quel tempo il corpo del padre: non aveva comunicato il decesso per continuare ad intascare la pensione di 604 che l’Inps (indicato come unica persona offesa nell’atto di chiusa inchiesta) erogava all’83enne. La visione dei filmati installati nei pressi degli sportelli Atm a Corigliano d’Otranto e nei vicini comuni di Melpignano e Galatina hanno effettivamente accertato come il figlio continuasse ad effettuare più e più prelievi con la carta intestata al genitore per circa 10mila e 873 euro.
Un soggetto con problematiche acclarate, incapace di stare in giudizio e socialmente pericoloso come ha messo nero su bianco la psichiatra Mariangela Pascali e parzialmente infermo di mente e incapace di stare in giudizio. Dall’11 gennaio scorso, l’uomo è stato ricoverato in una Crap come disposto dal gip Angelo Zizzari. Il 28 maggio, davanti alla giudice Valeria Fedele, si celebrerà l’udienza preliminare. Non compaiono persone offese. Caracciolo è difeso dall’avvocato Fabrizio Ruggeri. Il processo, alla luce dell’incapacità dell’imputato a sostenere un giudizio, è destinato a terminare con una sentenza di improcedibilità.
Link Sponsorizzato