SALENTO – È a rischio la condanna a 14 anni di reclusione per presunte molestie su 28 pazienti incassata in primo e in secondo grado da Gianfranco De Lorenzis, medico specializzato in chirurgia dell’obesità. A rischio perché, nel processo su un nuovo caso, quello di una donna di 45 anni, residente a Cellino San Marco, il Tribunale di Lecce non ha emesso una sentenza nonostante la pubblica accusa avesse chiuso la requisitoria invocando una condanna a 5 anni di reclusione. Un verdetto rimasto “congelato” in attesa di conoscere gli esiti di una perizia affidata ad un medico legale che dovrà verificare se le modalità di visita effettuata da De Lorenzis siano compatibili con i protocolli medici o se configurino effettivamente il reato di molestie. Il conferimento dell’incarico è fissato per il 3 luglio.
L’esame del perito, invece, è fissato per il 23 ottobre, giorno in cui è prevista anche la sentenza. Ovviamente il contenuto dell’elaborato del medico legale potrebbe fungere da grimaldello per scardinare la condanna a 14 anni incassata da De Lorenzis in attesa del verdetto della Cassazione che, però, è atteso molto prima. Già a luglio. E, a sentenza eventualmente definita, l’avvocato difensore Fiorino Ruggio potrebbe chiedere una revisione del processo. A mettere (nuovamente) nei guai il medico, fu una denuncia presentata da una donna di 45 anni, residente nel brindisino, in cui metteva per iscritto i presunti palpeggiamenti consumati nello studio di Lecce dello specialista in chirurgia dell’obesità a cui la malcapitata si era rivolta per risolvere per curare i problemi di peso dopo un intervento chirurgico alla tiroide.
Non era sola la donna, quel giorno perché si trovava in compagnia del marito rimasto sempre presente durante la visita. Un testimone, insomma. Di fatto, sulle prime, il medico si sarebbe limitato a porgere domande generiche e sulla vita sessuale della paziente mentre redigeva un referto. Sempre alla presenza del marito, la donna venne poi invitata a spogliarsi e a rimanere solo con le mutandine “perché doveva farmi una visita generale su tutto il corpo” come riportato in querela dalla paziente.
Dopo le iniziali titubanze, la donna assecondò le richieste del medico continuando nella visita. Visita proseguita con una serie di toccatine e palpeggiamenti mentre la paziente si trovava sdraiata sul lettino. “Ti ha mai toccato nessuno in questo modo, senti piacere” erano le domande di routine che il medico, diceva, doveva rivolgerle per prassi. Una visita “scorretta” a parere della donna che, due giorni dopo, si presentò presso la caserma dei carabinieri di Lecce per denunciare lo specialista con l’accusa di violenza sessuale. Reato per il quale, sulla scorta delle indagini coordinate dalla pm Simona Rizzo, il medico è finito sul banco degli imputati così come disposto dal giudice per l’udienza preliminare Angelo Zizzari.
De Lorenzis non è nuovo a simili accuse. I suoi metodi sempre piuttosto ambigui di condurre le visite erano stati scoperchiati dopo un servizio de Le Iene che aveva fatto luce su presunti abusi ai danni di ben 28 pazienti. L’indagine televisiva era poi confluita in un fascicolo d’indagine coordinato dalla Procura di Parma (dove il medico si era trasferito e aveva un suo studio) culminato in una condanna a 14 anni di reclusione in primo grado. Ma non è tutto. Perché, appena pochi mesi fa, il medico aveva incassato un’altra condanna, seppur molto più blanda, per presunti palpeggiamenti su una paziente nel corso di una visita eseguita nel suo studio di Galatina.