GALATINA (Lecce) – Tra gli episodi contestati c’era anche quello di una sigaretta spenta sul volto per intimidire la compagna e farsi consegnare i soldi da destinare all’acquisto di droga. Era uno dei tanti casi di angherie, sopraffazioni e abusi che avevano scandito la convivenza di una coppia: lui 38enne, lei, di qualche anno più giovane, residenti a Galatina. E l’uomo era finito sotto processo con le accuse di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate e tentata estorsione e rischiava anche una condanna a 3 anni e 2 mesi di reclusione.
Ma, a conclusione del processo di primo grado celebratosi davanti al giudice monocratico Fabrizio Malagnino, l’uomo è stato assolto perché il fatto non sussiste. Nel caso della sigaretta, si legge nelle motivazioni contestuali, non sembra potersi affermare con certezza che i traumi lesivi denunciati siano stati conseguenza di aggressioni piuttosto di alterchi e reciproche manomissioni fisiche fra due soggetti borderline. E poi come testimoniato dalla stessa persona offesa in dibattimento, la causa della fine del rapporto si dovrebbe ricondurre alla decisione dell’uomo di troncare la relazione per meri motivi interessi economici e non per i presunti maltrattamenti denunciati.
Eppure, aveva raccontato la donna, la convivenza si era rivelata da incubo vissuta peraltro all’interno di un b&b da gennaio a settembre del 2023. Qui si sarebbero consumate le violenze: minacce e aggressioni continue, il caso della sigaretta bruciata con tanto di ustione in faccia; un livido provocato da una testata e una manata con una ecchimosi all’interno coscia; c’è poi l’episodio degli schiaffi per strapparle la maglietta e la borsa e i calci alla porta dietro la quale la donna si era barricata. L’uomo, in quest’ultimo caso, non riuscì ad impossessarsi della borsa e dei soldi che aveva con sé per la tempestiva reazione della persona offesa e per l’immediato arrivo dei gestori del b&b.
La denuncia della vittima, le foto prodotte e le testimonianze di soggetti terzi acquisite dai carabinieri Galatina avevano consentito di identificare e denunciare l’uomo difeso dall’avvocato Mario Stefanizzi ma non di ritenerlo colpevole. Una vicenda troppo fumosa, a parere del Tribunale.