Si farà il raddoppio della 275, la statale Maglie – Leuca, ma secondo le modalità della Regione Puglia. Il Consiglio di Stato, infatti, questa mattina ha accolto le ragioni della Regione, sulle modalità da seguire per il raddoppio della statale
escludendo perciò gli ultimi sei chilometri che prevedevano la realizzazione del grande viadotto e delle gigantesche rotatorie sul capo di Leuca . Lo rende noto l’avvocato Gianluigi Pellegrino.
La regione aveva proposto il controricorso per la salvaguardia delle peculiarità del paesaggio
“Il Consiglio di Stato ha bocciato le ragioni della Provincia di Lecce e superato, nel merito, la sentenza del Tar”. Con queste parole la Vice Presidente e Assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone ha commentato l’ordinanza pubblicata questa mattina nella quale il Consiglio di Stato si è espresso sulla vicenda della strada statale 275 entrando nel merito.
“L’intenzione della Regione – spiega la Vice Presidente – era quella di eliminare il viadotto-mostro e di realizzare una strada-parco per tutelare il meraviglioso paesaggio da San Dana a Santa Maria di Leuca, meta di turisti affascinati da uno scenario mozzafiato”.
“Oggi – ha aggiunto – vince il Salento che rispetta l’ambiente, realizzando le infrastrutture. Vince il Salento che vuole spendere bene i suoi soldi. Vince la Regione che tutela il meraviglioso paesaggio salentino investendo sulle attività produttive e sul turismo”.
“Il raddoppio della strada statale 275 – ha concluso – andava realizzato fino all’intersezione con la provinciale 210, come tutti i Comuni e la Provincia di Lecce avevano convenuto nel 2007 con un accordo poi ingiustamente violato dal Cipe attraverso l’approvazione di un’opera che devasta il promontorio di Leuca. Ora finalmente è assodato che non c’è ragione di attendere”.
Speriamo – afferma Salvatore Capone – che adesso la ss 275 possa finalmente uscire dalle aule giudiziarie, per intraprendere quel percorso di buon senso che anche il Consiglio di Stato ha messo nero su bianco.
La sentenza di oggi riconosce la legittimità della posizione da sempre espressa prima dalla Provincia di Pellegrino e poi dalla Regione Puglia, con l’avallo di tanti cittadini che, riuniti in comitati o associazioni, hanno sostenuto le ragioni della tutela della ricchezza che la natura ed i nostri padri ci hanno consegnato, con l’obbligo di conservarla e tramandarla ai nostri figli nella sua forma migliore, preservandola da una valanga di inutile cemento.
In un momento in cui in tutta Italia si stanno manifestando i drammatici effetti di quella scellerata febbre del cemento che ha colto il Paese anni fa, qui abbiamo l’occasione di invertire concretamente la rotta e di restituire centralità alla sensibilità ambientale. È un preciso dovere che noi sentiamo verso le generazioni future.
Ora ci si metta subito al lavoro, senza perdere altro tempo, per avviare i lavori del raddoppio fino all’intersezione con la sp 210, evitando di andare a martoriare inutilmente quei 6 km finali e quello spettacolo mozzafiato che la punta del tacco ci offre.