Osservando i miei nipotini particolarmente, mi sono resa conto che l’immaginazione ha ben pochi limiti: gli oggetti più semplici gli servono per improvvisare giochi di finzione.
Bastano un foulard ed una borsetta per trasformarsi nella mamma, un cappello ed una pipa ed ecco una perfetta imitazione del papà. Ma non è solo ed esclusivamente un gioco, è anche un modo per diventare grandi: la spazzola, il rossetto e la collana della madre, le cravatte, la schiuma da barba e le pantofole del padre occorrono al bambino ad entrare “in punta di piedi” nell’affascinante universo degli adulti e, attraverso l’imitazione dei loro atteggiamenti, mettere alla prova la sua conoscenza del mondo.
Secondo gli psicologi i giochi basati sulla finzione e sulla simulazione sono insostituibili per la sua crescita perché sviluppano la sua creatività e la sua fantasia, ecco perché si divertono moltissimo con qualche indumento o qualche accessorio: certamente il più bello dei regali.
Per quanto concerne le fiabe, ultimamente per l’ennesima volta, gli ho riletto una fiaba da loro preferita: Biancaneve ed i sette nani. Fa paura la regina matrigna molto cattiva? Poco male, per non dire bene: anche la paura è un diritto dei bambini, un elemento a modo suo educativo, è normale che l’immaginario dell’infanzia sia popolato di orchi, maghi, draghi, mele stregate, incantesimi maligni, ecc.
Egli cresce, matura, si fortifica attraverso le emozioni, anche negative: ha paura del buio ma lo cerca, avendo un naturale bisogno di capire, confrontarsi, impadronirsi della realtà e le fiabe in questo senso sono fondamentali proprio perché consentono con i loro contenuti “drammatici” ed ansiogeni di elaborare elementi importanti come il pericolo, la cattiveria e la morte. Insomma, attraverso le fiabe l’infanzia, scopre la doppia realtà del bene e del male, il famoso “rovescio della medaglia”.
Il punto è un altro: il bambino deve essere “assistito” dall’adulto in questa sua delicata elaborazione ed ecco, dunque, il grande valore del raccconto che i genitori fanno al figlioletto, rassicurandolo nella scoperta del “brutto” della vita ed accompagnandolo verso il lieto fine che solitamente scioglie nelle fiabe ogni tensione, eliminando ogni pauroso fantasma.
E particolarmente davanti alla televisione che gli propina di tutto e di più, quotidianamente, i genitori dovrebbero assistere i loro pargoli che vedono storie di gran lunga più forti e “pericolose” della bella e dolce Biancaneve.