“allo specchio”: guardarsi allo specchio non per compiacerci come Narciso, ma per conoscerci osservandoci; per ipotizzare motivi alla base dei comportamenti e delle modalità con cui ci poniamo in relazione con gli altri, con noi stessi, con gli oggetti; per comprendere il senso di alcuni modi di dire, di gesti e mimiche che esprimiamo, di posture che assumiamo.
L’ effetto alone
Un professore col quale lavoravo spesso, non avendo avuto figli realizzava il suo bisogno di paternità adottando, in senso universitario, quei laureandi che presentavano particolari doti intellettuali. La dote che lo affascinava di più era la capacità logica. Uno di questi ragazzi, Alessandro, lo aveva conquistato proprio per questo.
Leggete cosa capitò a questo ragazzo e fate attenzione a come il professore mi riferì l’accaduto e lo commentò. Scoprirete come certi processi mentali ci rendono cretini, anche se in teoria li conosciamo, e ciò accade perché non siamo attenti a quello che diciamo o facciamo, non siamo abituati a porci domande del tipo “perché sto dicendo o facendo questo?”
Il fatto: Alessandro, ventitré anni, che oltre a prendere sul serio lo studio frequentava le palestre, le discoteche e tutto il resto della sua età, rischiò di essere investito da un’automobile mentre attraversava la strada. Si salvò dall’ impatto violento saltando sul cofano. Seppi di questo episodio una settimana dopo dalla viva voce del collega in un incontro di lavoro.
Ecco il racconto e il commento del collega:
Alessandro è in ospedale. Io ero alla finestra e ho visto tutto. E’ uscito dall’università, ha attraversato la strada, era già arrivato dalla parte opposta quando si è visto addosso un bolide, un pazzo! che senz’altro non s’era accorto di lui. Alessandro non poteva fare un salto in avanti perché c’era un automezzo fermo in doppia fila e allora che ha fatto? Dimostrando come al solito le sue capacità logiche, ha risolto la situazione nell’unico modo possibile: con un salto in alto. Io ho sperato che l ‘automobile passasse sotto, invece l’ha preso col vetro del parabrezza. Comunque Alessandro ha evitato l’urto più forte e diretto. E’ un logico quel ragazzo! –
Ricordai di un gatto. Un bambino gli aveva lanciato contro un grosso giocattolo e il gatto, che era in un angolo contro la parete, lo evitò con un salto. Non dissi al collega del gatto. Rimasi però frastornato per le conclusioni che lui aveva tratto: l’aveva detta grossa!
La capacità logica di Alessandro, per la quale il professore lo ammirava tanto, era per lui piena di luce, e l’alone di questa luce si spandeva su tutti gli altri aspetti della personalità del ragazzo. In questo caso risultava addirittura illuminata di luce impropria la prontezza dei riflessi, che aveva invece una luce propria, come il ragazzo aveva dimostrato reagendo con il salto. Il professore però l’aveva agganciata alla logica !
Conoscendo la potenza di questi processi io, più che dare del meritato stronzo, al cattedratico, dico che il professore è rimasto vittima dell’effetto alone. Questo effetto, come si è visto, agisce su chi valuta con una tale pressione per cui le sue valutazioni risultano straordinariamente distorte.
E’ importante precisare che tutto questo è in funzione del bene ma ahimé anche del male. A scuola alcuni insegnanti, quando sono colpiti positivamente da una caratteristica di un alunno, stravedono per lui, col risultato di apparire quanto meno ingenerosi e ingiusti agli occhi degli altri allievi; quando un alunno presenta un aspetto negativo, hanno la tendenza a svalutare tutto il resto, tutto quello che fa quest’alunno.
L’effetto alone può dilatarsi o retrocedere verso il passato.
Vi sarà capitato di ascoltare alcuni estimatori di un artista, i quali, affascinati da ciò che l’artista ha realizzato di veramente valido al presente, ne osannano tutta la produzione in maniera poco obiettiva. La luce dei suoi capolavori di oggi illuminerebbe agli occhi di costoro tutta la sua produzione precedente. Anche su questo si basa, per esempio, il mercato degli oggetti appartenuti a un genio. Per intenderci: se vi capita l’album di un celebre pittore, con gli scarabocchi di quando aveva due anni, non buttatelo, potreste arricchirvi. Potreste trovare qualcuno che riconosce in quei segni il tratto del grande artista.
———