La Procura di Bari ha notificato una seconda richiesta di proroga delle indagini preliminari a carico dell’ex vicepresidente della giunta regionale pugliese Sandro Frisullo (Pd) accusato di associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta nell’ambito di una delle inchieste sulla gestione della sanita’ pugliese.
La richiesta e’ solo per Frisullo e non per i sei coimputati (i fratelli Claudio e Gianpaolo Tarantini e altre quattro persone) nei confronti dei quali era stata concessa la prima proroga. La possibilita’ di protrarre le indagini viene motivata dai pm baresi con la necessita’ di ”stabilire il ruolo dell’indagato e la portata delle sue azioni criminali”. Alla richiesta si sono opposti i difensori di Frisullo (Michele Laforgia e Federico Massa).
”E’ semplicemente paradossale – rilevano – che, a distanza di quasi due anni dall’effettivo avvio dell’indagine e dopo oltre un anno dalla custodia cautelare in carcere, il pm chiede ora di poter indagare per altri sei mesi”.
”Non e’ dato comprendere – concludono Laforgia e Massa – quali concrete e ulteriori ragioni impedirebbero tuttora la conclusione dell’indagine nei confronti del solo Frisullo. Senza considerare il diritto dell’indagato di conoscere tutti gli elementi posti a fondamento delle accuse e potersi finalmente difendere nel giudizio allo scopo di dimostrare la sua estraneita’ a qualsiasi ipotesi di reato, in ossequio al principio costituzionale della durata ragionevole del processo”. Secondo le indagini, basate soprattutto sulle intercettazioni e sulle dichiarazioni rese durante alcuni interrogatori da Gianpaolo Tarantini, Frisullo avrebbe ricevuto dall’imprenditore barese escort e denaro in cambio di vantaggi per le sue societa’ nell’aggiudicazione di appalti presso la Asl di Lecce.