“Un’iniziativa nata con lo scopo di fare luce su una storia per anni sottaciuta: quella delle vittime delle foibe. Mi riferisco al “Giorno del Ricordo”, una ricorrenza che commemora una tragedia di cui sono state vittime le popolazioni italiane del confine orientale al termine della Seconda Guerra Mondiale
e, sulla quale, per anni è calato un velo di omertoso silenzio.” Lo dichiara l’on. Ugo Lisi.“Purtroppo su questo argomento, anche i libri di testo adottati nella scuole, spesso, si sono distinti per un vuoto sull’accaduto e questo ha fatto sì che gli studenti, per molto tempo, ignorassero l’esistenza di questo martirio.
Le foibe sono il luogo in cui, tantissimi italiani, per la sola colpa di essere italiani, furono lanciati vivi o morti dalle truppe dei partigiani comunisti jugoslavi.
Le vittime delle foibe sono state anche e soprattutto vittime del silenzio, dunque, della volontà di non raccontare tutta la storia con le sue atroci realtà.
Per metterci alle spalle tutte le crudeltà occorre non perdere le tracce di quello che è accaduto, perché soltanto partendo da una base di condivisione e di valutazione comune di ciò che è stato si può pensare di guardare avanti con occhi sereni.
Mi preme sottolineare, infine, l’importanza che questa ricorrenza ha assunto anche sul territorio salentino. Sono numerose e dall’alto profilo, infatti, le iniziative cui, nella giornata di oggi, le amministrazioni comunali e le associazioni daranno vita allo scopo di fare sì che il “Giorno del Ricordo” si consolidi, sempre più e sempre meglio.E a tal proposito voglio rivolgere, ancora una volta, un doveroso plauso al Prefetto di Lecce che ha dato vita, nei giorni scorsi, ad una manifestazione per celebrare insieme la Giornata della Memoria, in ricordo delle vittime della Shoa, e il Giorno del Ricordo che rende onore ai martiri delle Foibe.Così facendo il Prefetto di Lecce è riuscita nell’interno importante di conferire pari dignità alle vittime di due eccidi terribili che hanno segnato il secolo scorso.
“La giornata del ricordo dedicata ai martiri delle foibe ed agli esuli istriani, giuliani e dalmati è forse il modo più giusto per concludere le celebrazioni del Centocinquantenario dell’Unità d’Italia. La persecuzione di un Popolo reo di essere italiano ci ricorda infatti quanto dolore e quanto eroismo sia costata l’italianità a chi la rivendicava con sacrosanto orgoglio, e ci richiama tutti alle memorie di una Patria ferita e mutilata, che abbiamo il dovere di amare e servire anche e soprattutto per chi per essa ha perso tutto.” Lo comunica in una nota il Consigliere regionale Pdl, Saverio Congedo.“Questo debito d’onore non soltanto non ci esime, ma anzi ci obbliga alla Verità, mentre ancora sopravvivono vergognose reticenze che nascondono le responsabilità nel genocidio degli Italiani del comunismo internazionale e anche della sua sezione nostrana, all’epoca serva degli aguzzini dei nostri compatrioti. Altrimenti anche la giornata del ricordo sarà un’occasione perduta, un ulteriore esempio dell’ignobile oblio che per troppi decenni ha occultato e mistificato l’orrore delle foibe”.
Grazie alla Legge n° 92 del 2004 – dichiara l’ass provinciale Pasquale Gaetani– fortemente voluta dalla maggioranza di centrodestra, gli italiani, finalmente, possono confrontarsi con un pezzo della nostra storia per troppo tempo volutamente e colpevolmente omesso.
Con questa disposizione il Parlamento Italiano ha riconosciuto e istituito il 10 febbraio come “Giorno del Ricordo” per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle Foibe.
Come ogni anno, nel corso di questa ricorrenza, è necessario mettere in evidenza il fatto che tali date devono rimanere impresse nella coscienza di ciascuno di noi e, soprattutto, sono i giovani ad avere il diritto di sapere per non dimenticare. È doveroso questi vengano portati a conoscenza di questa pagina di storia per anni rimasta sconosciuta.
Fortunatamente, dal giorno dell’istituzione di questa commemorazione, quel martirio che subirono tante persone non è più qualcosa di ignoto, me è stato reso sempre attuale e vivo nei nostri cuori.
“Con la legge n. 92 del 30 marzo 2004 il Parlamento italiano ha istituito il 10 febbraio quale “Giorno del ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.” Interviene così il sindaco di Nociglia, Martella.
Nella stessa giornata sono previste, per legge, iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado ed è altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende.
L’occupazione jugoslava, che a Trieste durò quarantacinque giorni, fu causa non solo del fenomeno delle foibe, ma anche delle deportazioni nei campi di concentramento jugoslavi di popolazioni inermi; in Istria, a Fiume e in Dalmazia, la repressione jugoslava costrinse oltre 300 mila persone ad abbandonare le loro case per fuggire dai massacri e poter mantenere la propria identità italiana.
Almeno diecimila persone, negli anni drammatici a cavallo del 1945, sono state torturate e uccise a Trieste e nell’Istria controllata dai partigiani comunisti jugoslavi di Tito. E, in gran parte, vennero gettate (molte ancora vive) dentro le voragini naturali disseminate sull’altipiano del Carso, le “foibe”.”
Il Sindaco conclude: “La memoria si riempie di contenuti solo attraverso la conoscenza della verità storica.
E’ questo lo sforzo verso cui hanno il dovere di tender tutte le istituzioni … per non dimenticare mai”.
Nella giornata di oggi le bandiere del Municipio nocigliese saranno poste a mezz’asta e verrà acceso un cero presso il monumento dei caduti in memoria e suffragio delle vittime.”
“Nella Giornata del Ricordo – dichiara il Presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone – il pensiero e la doverosa commemorazione anche di noi salentini riesce a raggiungere idealmente quelle terre lontane tra l’Istria e la nostra Patria allora devastata dagli eventi di guerra, dove morirono centinaia di italiani infoibati dalla tremenda macchina di morte messa in moto dal comunismo internazionale.
I nostri connazionali allora morirono rivendicando con orgoglio l’onore di essere italiani, nonostante il Paese avesse toccato il punto più basso del coinvolgimento negli eventi del conflitto mondiale, l’onta della guerra civile interna e del caos completo politico e istituzionale.
A noi spetta non dimenticare mai questi morti, non trattarli come vittime di un genocidio di “Serie B”.
Il loro ricordo vive oggi, tra chi non dimentica, e nella memoria di chi sente il dovere di amare il nostro Paese.
Noi non dimentichiamo.”
“Ricordare quell’eccidio – afferma il sindaco Perrone – è doveroso ed è l’unico atto di risarcimento morale che possiamo offrire agli italiani infoibati” “Riportare in ‘vita’ le vittime del silenzio è stata impresa assai faticosa in quanto questa vicenda è stata spesso usata come strumento di lotta politica piuttosto che occasione per riappropriarci di un pezzo importante della nostra storia.
Conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle Foibe è un atto doveroso soprattutto nei confronti delle giovani generazioni per ricordare il sacrificio di tanti connazionali calati vivi nelle cavità carsiche e quello compiuto dagli esuli, costretti a lasciare le loro terre e i loro affetti in cerca di una nuova patria.
Conoscere la nostra storia è fondamentale per evitare che episodi simili possano nuovamente accadere. E’ l’unico atto di risarcimento morale che possiamo offrire agli italiani infoibati, dimenticati per quasi sessant’anni e ora commemorati grazie al ‘Giorno del Ricordo’, istituito nel 2004 dal Parlamento italiano dopo essere riusciti a ristabilire la verità storica di quei tragici fatti”.