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Quali sono le ragioni che portano un uomo e una donna del nostro tempo a trasformarsi in uno stalker? Quali sono le colpe o le responsabilità? Come devono comportarsi le vittime? Come si può tutelare questa forma di violenza criminale? Esiste una sola vittima?
Sono solo alcune delle domande che abbiamo rivolto a Massimo Lattanzi, Presidente di AIPC, l’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia. Fondata a Roma nel 2001 e iscritta dal 2004 nel Registro Regionale delle Organizzazioni di Volontariato della Regione Lazio, si contraddistingue per la multidisciplinarietà e le specifiche esperienze in ambito psicologico giuridico forense. Esperienze acquisite anche dalle molteplici collaborazioni con organizzazioni sindacali delle forze dell’ordine, Atenei italiani ed internazionali. Dal 2001, attraverso i vari dipartimenti cerca di assolvere alle complesse e vaste urgenze connesse alla prevenzione essenzialmente di violenze e persecuzioni nella difficile fase della separazione. Tra queste c’è l’Osservatorio Nazionale sullo Stalking, che organizza training per gli operatori socio sanitari e della sicurezza, incontri di sensibilizzazione per la cittadinanza, e attraverso un monitoraggio a livello nazionale si pone il fine di evidenziare lo stato dell’arte dello stalking in tutti i contesti; offrendo sostegno alle presunte vittime, ai familiari e presunti autori di stalking.
In tutta Italia è presente un vero e proprio Centro di Ascolto e orientamento psicologico e legale, costituito da volontari, psicologi psicoterapeuti, medici, avvocati e mediatori, che prestano ascolto e offrono sostegno ai familiari, agli autori ed alle vittime di condotte violente e moleste.