“Sbloccate i lavori per la strada regionale 8 e per la Ss16, non ce la facciamo più”. È unanime il grido degli operai della ditta Palumbo, da quattro anni in cassa integrazione, nonostante due appalti aggiudicati già dall’impresa, il primo da 31milioni di euro, il secondo da 55milioni di euro.
Opere faraoniche e costose, ma stoppate da anni a causa delle lungaggini burocratiche. La tensione sociale alle stelle ha attraversato le strade del centro di Lecce, dopo un primo incontro con il viceprefetto Guido Aprea, per giungere nella sede della Cassa Edile, vicino viale Leopardi. È lì che i lavoratori hanno incontrato anche la vicepresidente della Regione Puglia, Loredana Capone, che ha spiegato che “per la regionale 8 è prevista a brevissimo la firma del contratto, mentre per la Maglie- Otranto, proprio in questi giorni, i comuni di Otranto, Giurdignano e Palmariggi hanno rilasciato i pareri paesaggistici, che comunque devono ancora arrivare a Bari”. Proprio su quel cantiere, già affidato alla responsabilità del consorzio Coedisal a dicembre, però, sta avvenendo qualcosa di anomalo. Decine di ulivi segati a metà, probabilmente per farne legna da ardere, nonostante non ci sia ancora alcun decreto di espianto rilasciato dall’Ufficio provinciale agricoltura. Per gli operai, non c’è più tempo per aspettare monitoraggi e autorizzazioni per gli alberi. Ma tutto questo, è bene chiarirlo, è previsto per legge e richiederà tempi non indifferenti, visto che la commissione tecnica presso l’assessorato all’Ecologia della Regione Puglia non si è ancora espresso sugli ulivi monumentali, che sono 268, mentre sugli altri 8000 alberi l’Upa sta ancora effettuando i sopralluoghi. Di questi, tuttavia, al momento è previsto il reimpianto solo di 1500, ma comuni e privati possono inoltrare richiesta ad Anas per adottare le piante. Qualcuno, in verità, ci sta già pensando, come il comune di Otranto, che ha richiesto 500ulivi, e quello di Minervino, che vuole mettere a disposizione dieci ettari di terreno. “Cercheremo e pungoleremo per far sveltire le procedure- ha detto la Capone- anche per verificare se è possibile effettuare gli espianti entro il mese di marzo, altrimenti bisognerebbe aspettare il riposo vegetativo, dunque novembre”.