All’esordio in coppa il Lecce supera con merito il Chieti e passa il turno a conclusione di una partita non entusiasmante ma piacevole per alcuni tratti. I quasi semila spettatori presenti si aspettavano probabilmente maggiore brillantezza ed una più marcata differenza con i volenterosi abruzzesi; il tempo per trovare la brillantezza
non manca di certo, per ora la si insegue. Intanto si son visti alcuni temi parecchio confortanti insieme ad alcune manchevolezze intorno alle quali si lavorerà.
Sul piano del palleggio, dunque della complessiva qualità, il Chieti è qualche gradino più sotto, però Tiziano De Patre mette in campo un 4-3-1-2 che non sfigura quanto ad equilibrio e presidio del campo. Il Lecce stenta un po’ a carburare: la palla gira piacevolmente, ma quanto ad impensierire il numero uno neroverde, neanche a parlarne anzi, è Del Pinto ad impegnare al 13° Benassi. Chiricò ha l’argento vivo addosso: si smarca, corre avanti e dietro palla al piede, dribla e ridibla ma sempre a rispettosa distanza dai sedici metri; Corvia e Jeda ripiegano sovente per autorifornirsi di palla, altrimenti “nisba”! Mazzotta e Diniz spingono sulle fasce per cui Giacomazzi deve giocoforza ancorarsi davanti ai due centrali e Memushaj, siamo al 30°, non illumina il gioco più di tanto.
L’occasione per passare giunge al 36° quando Corvia raccoglie e gira in porta un traversone di Chiricò; la palla incontra una mano ed è dunque calcio di rigore che lo stesso Corvia trasforma. Ma il Chieti pareggia dopo un solo minuto giovandosi della vistosa complicità di Benassi ed Esposito. Insomma, il pallottoliere che qualche buontempone aveva preventivato risulta non necessario.
Lecce più propositivo in avvio di ripresa, costringe gli abruzzesi a rinculare a protezione della propria area e sfiora il vantaggio in un paio di circostanze.Falco rileva Memushaj al 20°. Il Lecce sembra voler deliberatamente rinunciare a quello che una volta si chiamava contropiede: le ripartenze con il Chieti sbilanciato in avanti sono sempre elaborate, aperture laterali, ricerca della manovra corale e così l’avversario recupera l’assetto difensivo. Ora Giacomazzi si sgancia spesso in avanscoperta, ci prova di testa un paio di volte e coglie nel segno alla terza:colpo di testa perentorio. Lerda manda in campo anche Bogliaccino che sostituisce Chiricò. La più bella manovra, una triangolazione insistita e rapida tra Diniz e Falco, matura allo scadere; la palla giunge a Jeda che conclude a rete fissando il risultato finale sul 3-1.