Ha ottenuto gli arresti domiciliari il medico leccese di 49 anni finito in manette con l’accusa di violenza sessuale aggravata ai danni della figlia. La decisione è stata disposta dai giudici del Tribunale del Riesame, (Presidente Silvio Piccinno, a latere Stefano Marzo, Antonio Gatto), che hanno così accolto la tesi difensiva degli avvocati difensori Umberto Leo, Anna Schiavano e Luigi Rella.
I legali del professionista hanno rimarcato come le dichiarazioni della figlia si dovessero ritenere contraddittorie, frutto di una situazione familiare piuttosto complicata per via di una causa di separazione conclusa con il divorzio tra il medico e la moglie. Inoltre , loro dire, le dichiarazioni della figlia sarebbero piene di rancore per le continue richieste di denaro che la giovane avanzava insistentemente al padre codì come testimonierebbe un messaggio. In aula era presente anche il magistrato Carmen Ruggiero che ha voluto controbattere sostenendo come le dichiarazioni della giovane si debbano ritenere assolutamente credibili e fondate. Per il pm la personalità del medico sarebbe assimilabile al profilo dei molestatori che si macchiano di tali reati. I giudici, anche per l’attenuarsi delle esigenza cautelari, hanno disposto la misura meno afflittiva dei domiciliari. Non è escluso che con la decisione del Tribunale della Libertà, la giovane venga ascoltata attraverso un incidente probatorio. Una decisione che spetterà al pm. L’uomo finì in manette il 15 dicembre scorso quando gli agenti della squadra mobile lo prelevarono d acasa. L’uomo venne colto anche da un malore e venne ricoverato in ospedale e solo dopo alcuni giorni trasferito in carcere. La squallida vicenda sarebbe andata avanti per tanti anni fino a quando la ragazza, ora 14enne, non ha trovato il coraggio di denunciare il presunto padre orco. La minore ha svuotato quei traumi covati nel silenzio confidandosi con la nonna materna. Era il mese di febbraio scorso quando la giovane insieme all’anziana parente stava guardando in televisione un programma su Sarah Scazzi, per la precisione, e quella visione ha avuto un effetto dirompente sulla ragazzina liberando i lacci della sua memoria. Anni e anni di abusi e violenze subiti dal padre. Sin da quando aveva cinque anni. La bambina, ogni qualvolta raggiungeva casa del genitore, divorziato ancora prima che la figlia nascesse, veniva violentata. Toccatine, abusi e una serie indicibile di episodi. Il professionista avrebbe abusato della figlia anche dopo aver tracannato bottiglie di whisky o quando si trovava fuori Lecce in compagnia della figlia all’interno di un albergo. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, l’uomo, alla presenza sempre del pm inquirente, negò qualsiasi abuso sulla figlia.