La Direzione nazionale ha deciso: le liste sono pronte, anche in Puglia. La spunta Blasi, che concede solo a Ivan Scalfarotto (vicepresidente dell’Assemblea nazionale del Pd) di paracadutarsi nella lista della Camera, al tredicesimo posto: Bray, il presidente della Fondazione Notte della Taranta, uomo molto vicino al segretario regionale, è terzo nella lista della Camera.
Al Senato ci sono due Salentini tra i primi posti utili della lista: Loredana Capone al quarto posto, sicura senatrice (dietro alla capolista Finocchiaro, al senatore La Torre e a Salvatore Tomaselli) e Cosimo Durante, al nono posto, in una posizione non sicura (ma se dovesse andare come dicono i sondaggi, anche lui potrebbe essere catapultato a Palazzo Madama). Antonacci, Elena Gentile, il rettore Petrocelli e Servodio precedono in lista il presidente provinciale del Pd. L’altra salentina al Senato è Sandra Antonica, che però è solo tredicesima: le previsioni dicono che il Pd non potrà andare oltre i nove senatori eletti, nel caso riuscisse ad accaparrarsi il premio di maggioranza.
Molti più salentini alla Camera: subito dopo il professore barese Franco Cassano (capolista) e il foggiano Michele Bordo (parlamentare uscente di Foggia), c’è Massimo Bray. Al quinto posto confermata Teresa Bellanova. Dopo De Caro, Boccia e Pelillo, spunta il nome di Salvatore Capone, al nono posto, ormai a due passi da Montecitorio. L’avvocato ‘dalemiano’ Fritz Massa è sedicesimo: la sua posizione è buona, soprattutto in caso di vittoria del centrosinistra. Le candidature di Cosimo Casilli, al 22esimo posto e di Paolo Foresio al 24esimo sono irrilevanti ai fini dell’elezione, potrebbero essere definite “di servizio”, perché si sa che anche con un premio di maggioranza sarebbe difficile superare i 19 eletti alla Camera per il Pd pugliese, almeno stando a quello che dicono i le rilevazioni autorevoli diffuse in questi giorni.
Doppia esultanza per Salvatore Capone, che esprime apprezzamento per il lavoro svolto dalla direzione nazionale: «Un ottimo lavoro che valorizza il risultato delle primarie e include le rappresentanze della società civile dentro liste di grande qualità. È da sottolineare la presenza di Massimo Bray, professionalmente a Roma, ma Salentino doc, persona autorevole che potrà dare un grande contributo in Parlamento. Sono contento anche per Teresa Bellanova, che avrebbe meritato una posizione migliore e che, sono convinto, continuerà a fare un grande lavoro, come ha fatto in passato. La rappresentanza salentina è abbastanza ampia: ora è venuto il momento di impegnarsi per vincere, perché si gioca la partita vera».
Sono state 24 ore difficili per il Pd, ma sembrano essersi concluse molto bene: l’incontro notturno tra Bersani e Blasi aveva allarmato i vertici regionali del partito, perché si temeva che le decisioni prese dalla base sulla composizione delle liste venissero disattese dai vertici nazionali, con l’unico scopo di piazzare dei “nominati emigranti”. Le decisioni paventate stavano rischiando di far scoppiare un terremoto con la lettera di Sergio Blasi a Bersani, pubblicata oggi, in cui si minacciavano le dimissioni. Il segretario regionale non accettava l’esclusione dai primi posti di Bray a favore di tre candidati catapultati da altre regioni, inseriti in buone postazioni solo perché graditi alla Direzione nazionale del partito. Tutto, però, si è risolto con il passo indietro della Marinaro e con l’inserimento di Bray nelle prime posizioni.