Minacce per costringere Antonio Schito, di Caprarica, a ritrattare le precedenti dichiarazioni fornite alla Procura Militare di Napoli e a subire arbitrarie ispezioni sulla sua autovettura. Brizio Luigi Berrino, 44enne di Calimera, appuntato scelto della Guardia di Finanza in servizio presso la Compagnia di Lecce, è stato rinviato a giudizio dal gup Carlo Cazzella così come richiesto dal pubblico ministero Giovanni Gagliotta con le accuse di minaccia per costringere a commettere un reato, abuso d’ufficio e minacce aggravate. Il processo si aprirà il prossimo 7 ottobre dinanzi ai giudici della seconda sezione penale. Il neo imputato, secondo l’impianto accusatorio, tra il giugno e il luglio di due anni fa, avrebbe costretto Schito a rilasciare false informazioni al pubblico ministero ammonendolo sul fatto che, se non avesse ritrattato le precedenti dichiarazioni rilasciate dinanzi alla Procura Militare, se ne sarebbe pentito. Sia Berrino che un suo collega, infatti, avrebbero avuto mille modi per farlo tornare alla ragione e gliela avrebbero fatta pagare dicendogli testualmente: “…Tanto vedrai che presto ti troverò da solo e poi faremo i conti, visto che non vuoi capire con le buone che devi ritrattare le tue dichiarazioni”. Ma quali sarebbero state queste testimonianze ritenute così scomode? Schito, il 24 luglio del 2009, avrebbe riferito che un finanziere fosse solito non pagare le riparazioni dei suoi veicoli, eseguite preso un’autofficina gestita da due fratelli. Da qui, secondo il teorema della Procura, sarebbe stata avviata una serie di pressioni nei confronti di Schito che, per gli inquirenti, configurano l’accusa di abuso d’ufficio nei confronti del finanziere. Brizio, infatti, nella sua qualifica di appuntato scelto della Guardia di Finanza, tra maggio ed ottobre sempre di due anni fa, avrebbe proceduto ad arbitrarie ispezioni dell’autovettura utilizzata da Schito, formalmente effettuate al fine di verificare l’osservanza delle norme relative alle caratteristiche del veicolo e apparentemente ricondotte all’espletamentoi dei servizi di polizia stradale ai sensi dell’articolo 192 del codice della strada. In realtà, i controlli sarebbero stati compiuti in assenza delle ragioni d’ufficio ed al solo fine di vessare la persona offesa. Per la Procura, rappresentata nel corso delle indagini dall’allora sostituto procuratore Giovanni De Palma, ci sarebbe stato anche dell’altro. Lo stesso Brizio, sempre nell’ottobre del 2011, avrebbe rivolto a Schito una frase minatoria del tenore: “…sappi che ci rivedremo presto, ma sarà per te l’ultima volta che andrai in giro, perché un paio di anni di galera non te li toglie nessuno”. Schito, nel corso dell’udienza preliminare di ieri, si è costituito parte civile con l’avvocato Francesca Conte ed ha avanzato una richiesta risarcitoria di 100 mila euro. I legali dell’appuntato, gli avvocati Gabriele Russo e Vincenzo Mariano, avevano chiesto il non luogo a procedere perché, a loro dire, le accuse contro Berrino si devono ritenere completamente infondate e provenienti da una fonte inattendibile e comunque il comportamento dell’appuntato è stato assolutamente rigoroso, consono e aderente ai regolamenti vigenti. Se ne riparlerà in un’aula di Tribunale.
Francesco Oliva