LECCE – Ha preso il via con Kaleidos, mostra personale dell’artista novarese Carlo Massimo Franchi, la rassegna LIBERTÁpluralefemminile organizzata dall’Associazione Culturale Mimose per Itinerario Rosa 2015 promosso dall’Assessorato alla cultura del Comune di Lecce.
Il programma, a cura di Pompea Vergaro, presidente dall’Associazione Culturale Mimose in collaborazione con Elisabetta Opasich, vicepresidente dell’Associazione L’Officina delle Parole, MFE – sezione di Lecce, Essere e Stile, Silente, propone una raffinata miscellanea di arte, letteratura, musica e stile che proseguirà fino a Sabato 21 Marzo 2015 nella splendida cornice dell’Ex Conservatorio Sant’Anna.
Molti i convenuti, uomini e donne, accomunati dall’interesse per l’arte e per una tematica, quella della libertà che soprattutto in questo periodo storico smuove le coscienze.
Un evento salutato con entusiasmo anche dalle istituzioni comunali con l’intervento di Luigi Coclite, Assessore alla Cultura e Alessia Ferreri.
Nel corso della serata, pittura e musica si sono fuse grazie alla fisarmonica di Michele Bianco, giovane artista leccese che ha incantato tutti riempiendo le sale con le sue note.
Il pubblico, guidato da Pompea Vergaro, critico d’arte, è stato invitato ad effettuare un percorso emozionale che attraverso linee e colori chiama ogni individuo a sentirsi parte integrante della realtà e ad osservare tutto dalla giusta prospettiva, senza preconcetti e sovrastrutture mentali.
«Cromie, disegni, tratteggi a punta di pennello a fasce larghe – evidenzia Pompea Vergaro – nascondono tutta una serie di realtà che ogni singolo spettatore deve ricercare in totale autonomia, poiché il pittore, una volta donata la sua opera al mondo, lascia allo spettatore la possibilità di immergersi in essa».
I tratti distintivi dell’artista emergono con prepotenza in Azione Vincente,che racconta donne forti, indipendenti che vivono ed esistono nel mondo.
I colori usati trasudano energia vitale: un Pink lontano dalle tonalità pastello, carico, vibrante, quasi violento che ammalia lo spettatore e lo invita a superare le linee di contorno, volutamente tratteggiate, per entrare nell’opera e diventarne protagonista.
Proseguendo nel percorso, cambiano i colori, passando ad un verde psichedelico, simbolo di speranza, ma anche di una natura rigogliosa che accoglie lineamenti abbozzati di figure sessualmente amorfe, per non dimenticare che l’universo va analizzato nella sua totalità.
Nella seconda sala, lo sguardo si acquieta dinanzi a colori neutri quali il bianco e nero, ma l’attenzione si sofferma sull’origine di queste opere, frutto di un periodo di riflessione del maestro che pone la sua esperienza artistica al servizio delle donne cui la vita si è mostrata in tutta la sua quotidiana durezza: le donne che abitano i territori aridi del deserto, coperte e schiacciate dai loro veli.
Ѐ facile immedesimarsi in queste grandi tele polimateriche, realizzate con scampoli di iuta che aiutano lo spettatore a sentire sulla propria pelle la sensazione claustrofobica che prova chi, in ogni parte del mondo, non può assaporare il profumo della libertà.
L’atmosfera di fa più leggera e ottimistica entrando nell’ultima sala con un inno alla musica racchiuso in una tela realizzata con iuta e oro che parla di emozione nonostante i tempi difficili.
Tutte le tele di Kaleidos sono strabordanti di vita, colore ed energia, a punto tale che non possono essere rinchiuse tra i confini di una cornice.
Le tele di Carlo Massimo Franchi lasciano un segno indelebile nella mente e nello spirito di chi le osserva: avvolgono, urlano, raccontano e consigliano chiunque abbia voglia di abbandonare, anche solo per poco tempo, il ritmo frenetico della quotidianità per rifugiarsi in un universo in cui la riflessione sulle proprie azioni è l’ingrediente principale per il raggiungimento della libertà.
Claudia Forcignanò