La rivista di poesia “Marsia”, edita da Progedit, festeggia un lustro di vita e lo fa pubblicando un numero speciale dedicato alla poesia, in special modo alla poesia traghettata dalla Puglia alla Francia: “Dall’Ofanto alla Senna. Poeti pugliesi oltralpe”, curato da Salvatore Francesco Lattarulo.
Una penna attenta e articolata nel narrare una parte della storia che ci appartiene, per la quale non possiamo permetterci notizie vacue. Preziosissimi i saggi contenuti. Si comprende, innanzitutto, il dialogo e il legame intrecciati tra i poeti francesi e quelli pugliesi; e si ha un chiaro disegno di come agli inizi del Novecento la cultura poetica era considerata indispensabile, era vissuta quotidianamente: “Parigi, per i giovani scrittori e artisti che vi arrivano all’indomani del crollo di Wall Street, rappresenta un’isola di libertà, di sperimentazione, di dibattito aperto”. Mentre, il Sud di Marino Piazzolla, di Ferdinando di Puglia, “diventa naturalmente Europa, viene trasceso in pura energia lirica, in risorsa mediterranea affondata tra le brume della Torre Eiffel” (p. 2).
Piazzolla incontrerà a Parigi Paul Valery, André Gide, J.P. Sartre. L’artista testimonia l’alienazione del presente e l’aspirazione neo-umanistica, ricercando la salvezza.
Dal Novecento ad oggi, dunque, sembra che il tempo della crisi non sia passato, così come il tramonto di un Occidente che i poeti, scrittori, gli intellettuali pugliesi e d’oltralpe, lo avvertivano profondamente, sia ancora in atto.
Nel saggio di Marcella Leopizzi, invece, si parla del poeta Giovanni Dotoli e del suo amore con la ville-lumière, per la quale nasce corrispondenza di sentimenti e armonia.
Affascina questo viaggio, ideale per il lettore, tra Ofanto e Senna, e coinvolge proprio come la corrente del fiume, dal quale attingere Poesia. Si legge: «L’inverno a Parigi giunge / un poco più tardi / che altrove / e l’autunno è ancora / come nelle ballate di Verlaine» (Raffaele Carrieri, Taranto); e ancora Girolamo Comi, per il quale Parigi restò il suo luogo incancellabile di riferimento e di cultura.
È illuminante questo parallelismo curato da Salvatore Francesco Lattarulo; crea un ponte solido della poesia che va attraversato con il sudore, la fatica, la determinazione che gli stessi poeti hanno avuto negli anni passati, dai poeti dell’oggi. Paradossalmente è più complesso avere in epoca odierna relazioni assidue, confronti, mancano criticità che annientano il dialogo, sebbene ci siano i social network che lo dovrebbero facilitare. Sed fugit interea fugit irreparabile tempus (Virgilio), il tempo fugge irreparabilmente e molti, forse troppi si lasciano inebriare dalla possibilità di fermarlo, a volte sprecandolo.
La poesia è rivelazione e nel testo “Dall’Ofanto alla Senna. Poeti pugliesi d’oltralpe”, è chiaramente manifesto.
Tuttavia, sottolinea – Antonio Lucio Giannone nel saggio contenuto in questo numero della rivista “Marsia” -, che tra l’Otto e il Novecento, alcuni poeti e critici salentini hanno subìto il fascino della grande poesia francese, romantica, simbolista e postsimbolista (p. 47). Ecco allora che troviamo Francesco Muscogiuri, di Mesagne (Brindisi) che dedica due scritti a Gérard de Nerval e Charles Baudelaire, o ancora Aleardo Trifone Nutricati Briganti di Copertino (Lecce).
È bellissimo osservare un panorama florido di tal tipo, ed è ammirevole il laborioso lavoro di Salvatore Francesco Lattarulo, dal momento che ha messo in luce, o in alcuni casi fatto scoprire, la poesia del “Tacco d’Italia” trasportata da quella francese senza frontiere. La poesia è anche libertà e sebbene nell’attuale epoca si vivono situazioni contrastanti alle passate, Lattarulo pubblicando “Dall’Ofanto alla Senna. Poeti pugliesi oltralpe”, nel n.I/Speciale della rivista “Marsia” ci ha creduto, con la speranza viva che possano sorgere una forte poetica e dei legami tra il Sud e il Nord del mondo anche nel presente.
Alessandra Peluso