LECCE – Svolta nell’inchiesta sulla gambizzazione di Elis Beluli, il 29enne albanese, ferito il 3 ottobre scorso nel parco “Melissa Bassi” nella 167. Nel registro degli indagati è stato iscritto il nome di M.S., di Lecce, con l’accusa di lesioni personali gravissime. L’indagato, sulla cinquantina d’anni, annovera diversi precedenti penali piuttosto datati anche di un certo peso. Secondo le indagini, però, M.S. non impugnava l’arma. Avrebbe spalleggiato il responsabile della gambizzazione che, invece, non è stato ancora identificato. I sospetti sul presunto responsabile ci sono e si concentrano su una lista di pochi nomi.
Gli agenti della Squadra mobile, coordinati dal dirigente Sabrina Manzone e dal commissario capo Antonio Miglietta,sono risaliti ad M.S. tramite la visione di alcune immagini di videosorveglianza e incrociando telefonate e contatti avuti dalla vittima prima della sparatoria. Nei giorni scorsi in casa di M.S. è stata anche eseguita una perquisizione che non ha consentito di sequestrare materiale ritenuto utile dagli investigatori. Per il momento, M.S. non è stato interrogato. L’indagine è coordinata dal sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia Guglielmo Cataldi. Pochi dubbi sulla matrice dell’agguato: il ferimento del giovane albanese si inquadra nella lotta tra gruppi diversi per il controllo degli affari illeciti in città. In particolare per la gestione della droga che rimane la prima voce in testa ai bilanci neri della criminalità organizzata.
Quel giorno Beluli doveva incontrarsi con i suoi feritori. Ben presto, però, il colloquio degenerò in una colluttazione. Con ogni probabilità spuntò anche un coltello (ipotesi avvalorata da una ferita d’arma da taglio accertata in ospedale da Beluli). Subito dopo uno dei due aggressori estrasse una pistola ferendo l’albanese ad una gamba con un solo colpo. Poi gli attentatori si allontanarono lasciando sanguinante il 29enne. La vittima si trascinò zoppicando fino al guard-rail della strada provinciale per San Cataldo dove venne soccorso da un’ambulanza e ricoverato in ospedale. Già a marzo un altro albanese (di 35 anni) era stato gambizzato sempre nel quartiere Stadio nei pressi della postazione del 118 di via Matera, a poche centinaia di metri di distanza dal luogo della sparatoria in cui è stato ferito Beluli. I nuovi venti di guerra ritornati a soffiare quel giorno sono proseguiti nelle settimane successive. L’ultimo fatto di sangue risale a venerdì notte a poche centinaia di metri dal parco Melissa Bassi (https://www.corrieresalentino.it/2015/11/agguato-sotto-casa-31enne-viene-ferito-da-una-pistolettata-al-piede-sinistro/#.VlFm8nYvfIU). Dopo gli ultimi agguati, la zona della 167 è così tornata a fibrillare in maniera convulsa con agguati e ferimenti.
Francesco Oliva