Un disegno di legge che ha impiegato tre legislature per arrivare al voto in Aula, oggi vede l’approvazione all’unanimità: con 205 sì e 2 astenuti. Il testo porta la firma del presidente della commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, e Patrizia Terzoni (M5s), e contiene misure che interessano 5.585 comuni, circa il 70% dei 7.998 comuni italiani, oltre il 50% del territorio nazionale.
Tra le misure a sostegno dei comuni con popolazione inferiore a 5000 abitanti e dei territori montani e rurali:
– la diffusione della banda larga e misure di sostegno per l’artigianato digitale,
– facilitazioni per il recupero dei centri storici in abbandono o a rischio spopolamento anche per la loro conversione in alberghi diffusi, con un connubio di tecnologia e green economy
– interventi di manutenzione del territorio con priorità per la tutela dell’ambiente e la prevenzione del rischio idrogeologico
– la messa in sicurezza di strade e scuole e di efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico
– l’acquisizione e riqualificazione di terreni ed edifici in abbandono;
– la possibilità di rendere case cantoniere disponibili per attività di protezione civile, volontariato, promozione dei prodotti tipici locali e turismo,
– la realizzazione di itinerari turistico-culturali ed enogastronomici;
– la possibilità di acquisire binari dismessi e non recuperabili all’esercizio ferroviario da utilizzare come piste ciclabili.
Tra i servizi invece: la facilitazione per i centri in cui non ci sono uffici postali di pagare bollette e conti correnti presso gli esercizi commerciali arriverà la facoltà di istituire, anche in forma associata, centri multifunzionali per la fornitura di una pluralità di servizi in materia ambientale, sociale, energetica, scolastica, postale, artigianale, turistica, commerciale, di comunicazione e sicurezza, oltre che per attività di volontariato e culturali. Via libera anche a interventi in favore dei residenti e delle attività produttive insediate nei piccoli Comuni, alla promozione delle produzioni agroalimentari a filiera corta e al loro utilizzo anche nella ristorazione collettiva pubblica.
La legge ha infine previsto un Fondo, con una dotazione di 10 milioni di euro per il 2017 e di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni a venire dal 2018 al 2023, per lo sviluppo strutturale, economico e sociale dei piccoli comuni, destinato a finanziare investimenti diretti alla tutela dell’ambiente e dei beni culturali, alla mitigazione del rischio idrogeologico, alla salvaguardia e riqualificazione urbana dei centri storici, alla messa in sicurezza di strade e scuole e all’insediamento di nuove attività produttive.
Maria Angela Nestola