di Gaetano Gorgoni
ROMA – L’accordo con la quarta gamba s’ha da fare: è la volontà di Silvio Berlusconi, che ieri, proprio quando la spaccatura stava aprendo scenari rischiosi per tutto il centrodestra, ha deciso di dire sì a Noi con L’Italia. Nella prima mattinata sono stati consegnati i simboli elettorali al Viminale: i fittiani hanno ceduto alla scudocrociato. Il leader maximo di Forza Italia punta al 40 per cento e non può lasciare sulla strada nemmeno un punto. Però è anche vero che fittiani è centristi non possono rischiare una corsa solitaria: la coalizione rafforza nel voto anche i piccoli. Inoltre, Raffaele Fitto, ospite a Porta a Porta, ha dichiarato di puntare al 6 per cento, ma ha ammesso di oscillare nei sondaggi tra il 2 e il 3 per cento. Ieri, all’una di notte, i telefoni erano ancora roventi, ma poi è arrivata la parola che ha sbloccato tutto. Bisogna risolvere ancora la questione Sgarbi e anche le collocazioni di tanti leader (come Parisi, ad esempio). La torta dei collegi è sempre la stessa: se aggiungi da una parte, togli dall’altra. La Lega ha deciso di dare il placet a un accordo che consegni almeno 24 collegi in tutta Italia alla quarta gamba.
Eppure l’Udc insiste ancora. “Vogliamo chiudere a 31. Stiamo lavorando per questo. Per i 30 collegi uninominali è quasi fatta” – dichiara un fin troppo ottimista Salvatore Ruggeri. Gli alleati erano partiti da una concessione di soli 13 collegi uninominali, poi sono saliti a 16 e ora sono arrivati a 24. Ma La Russa, contattato da Affaritaliani.it, spiega che i collegi concessi in tutta Italia a fittiani e centristi sono solo 21. Si sta raggiungendo la mediazione caricando sulla quarta gamba alcuni big. Per esempio, Quagliariello dovrebbe correre con Noi con L’Italia in un collegio uninominale pugliese. “Quota 21 collegi uninominali il punto di incontro (la maggior parte di fascia alta) – spiegano da Forza Italia – Più, ‘fuori sacco’, delle ‘compensazioni territoriali’ a carico di Forza Italia, che consentiranno alla ‘quarta gamba’ di ottenere candidature in alcune regioni (Sicilia e Puglia in testa in quanto bacini elettorali di riferimento di Udc e fittiani ma anche in Lombardia) date in cessione dagli azzurri”.
“Un modo, insomma, per non scontentare nessuno ed evitare le impuntature di Lega e Fdi – scrivono sull’agenzia di stampa AdnKronos – Ancora non si è iniziato a entrare nel merito della composizione delle liste. Manca un tassello fondamentale, lo sblocco dello stallo nel Lazio (in campo restano Pirozzi, Gasparri e Rampelli). Intanto, tra le fila centriste si ragiona su chi guiderà i listini proporzionali”. Con questa ripartizione alla quarta gamba potrebbero toccare 5 collegi uninominali in tutta la Puglia e Cariddi, candidato centrista, avrebbe un posto molto più sicuro. Le trattative vanno avanti. Ci sarebbe, insomma, accordo di coalizione e concessione di un totale di 24 collegi (con le concessioni forziate) a fittiani e centristi uniti. In Puglia Noi con L’Italia ha 5 collegi uninominali, stando a questi numeri. Ma i conti non tornano se uno bisogna darlo a Quagliarello, uno ad Angelo Cera, uno a Cariddi e tre che ne vuole Fitto (Perrone, Chiarelli e Ventola: quest’ultimo è segretario regionale), che però ha 12 parlamentari uscenti nelle proprie file. L’ex ministro di Maglie si candiderà in un listino. I fittiani sono convinti che Berlusconi farà delle altre concessioni in Puglia.