LECCE – “È veramente imbarazzante il balletto che si sta consumando nella situazione del Comune di Lecce. Carlo Salvemini, insuperabile censore di tutte le altrui debolezze, sta diventando campione della politica del trasformismo. Con la scusa del bene della città sta siglando (lo ha già siglato?) un patto con il senatore Roberto Marti, massimo esponente in Puglia della Lega di Salvini. Non è per fare questo che fu proposto candidato sindaco, non è per fare questo che fu votato sindaco”. Ernesto Abaterusso, consigliere regionale di Articolo 1, dà fuoco alle polveri (e non è il primo fuoco amico che il sindaco deve affrontare!). “Alla luce di quanto sta avvenendo, sono portato a credere che in tanti anni ha costruito di sé una immagine falsa che alla prova dei fatti si è sgretolata e ha dimostrato il suo vero volto: quello degli opportunisti e dei trasformisti che per una poltrona vendono la dignità. In piena e logica linea con il suo nuovo partito, il PD”.
Veleni post-elettorali o meno (Salvemini in campagna elettorale ha sostenuto i renziani), la cosa chiara è che nemmeno la coalizione salveminiana è più tanto unita. Come a destra, dove sono tutti col coltello tra i denti, anche nel centrosinistra si naviga a vista. Innanzitutto, c’è preoccupazione: nessuno è pronto alle elezioni, ma nessuno vuole arrivarci con 14 mesi di commissariamento. I mal di pancia degli uomini di Delli Noci sono già cominciati da tempo: il sindaco non li tiene in debita considerazione (nelle iniziative privilegia i suoi fedelissimi), inoltre non è stata condivisa l’idea di un patto fino al 2020. “Bisognava procedere per gradi: con quel patto rischia di far saltare tutto, perché quelli che lo firmano nel centrodestra rischiano di rimetterci la faccia – commentano alcuni uomini vicini al vicesindaco – Sta tirando troppo la corda. Bastava mettersi d’accordo per un altro anno su tre punti, per il bene di Lecce. Nemmeno noi siamo preparati. Chi lo dice che nelle prossime elezioni bisognerà puntare di nuovo su Salvemini?”. Sì, infatti, come nel centrodestra, anche nel centrosinistra, se si dovesse andare alle elezioni nel 2019, non vi è certezza sul candidato sindaco. Dubbi, incertezze e l’incubo di un commissario.
Garcin