Infatti il debito pubblico è un normale strumento di finanziamento della spesa pubblica. Si fa spesa pubblica abbassando le tasse, costruendo grandi opere utili al Paese e dotando le famiglie più povere del “reddito di cittadinanza”, per dare più soldi ai cittadini affinché ne spendano di più; per l’effetto del “moltiplicatore” se si spende di più aumenta la produzione e quindi la ricchezza generale del Paese.
Ovvio che questo sistema di finanziamento non sia accettato dall’Europa perché l’aumento del debito Italiano fa automaticamente diminuire (almeno temporaneamente) il valore dell’Euro. Questo mediante l’applicazione di alcune formule matematiche (più o meno corrette e giuste) dettate dal sistema monetario Europeo.
Come si costruisce il debito.
Il debito, cioè la spesa, si finanzia mediante la vendita sul mercato Italiano ed internazionale di titoli. In pratica dei documenti cartacei che rappresentano un credito che il cittadino vanta nei confronti dello Stato Italiano al quale ha temporaneamente prestato dei soldi che poi gli restituirà con gli interessi. Questi titoli possono avere un valore più o meno alto a seconda di quanto sono appetibili sul mercato rispetto ad altri titoli simili francesi, spagnoli, tedeschi (si comprano e si vendono nella Borsa italiana e in quelle di altri paesi).
Ed ecco lo Spread.
Più un titolo è apprezzato e più aumenta il suo prezzo. La differenza di appetibilità di un titolo rispetto ad un altro si chiama “Spread”. In altri termini si misura quanto gli italiani e gli stranieri credono in quel titolo e cioè credono che l’Italia, aumentando il debito, ce “la possa fare o meno”. Meno ci credono, più lo Spread sale e più aumenta il rischio di default del bilancio dello Stato Italiano che però è strettamente collegato a quello del bilancio Europeo. E qui il problema!
Senza spesa, senza investimento e “rischio” non c’è Impresa.
Senza Impresa non c’è il lavoro dipendente. E senza questi due elementi, non c’è più lo Stato.
Quindi, stando così le cose, l’Europa non è in grado di assumere alcun rischio! Quando il rischio è, di fatto, l’unico sistema per far crescere un’impresa. L’Italia, vista tutta intera, è un insieme di Imprese fatte di imprenditori e famiglie che giornalmente “rischiano” solidalmente. E se non rischiano non crescono. Abbiamo mai visto Imprenditori che non hanno investito e quindi “rischiato” di perdere il proprio capitale, per poter poi crescere? Se non “rischia” l’intero Paese, non ci sarà mai e poi mai alcuna possibilità di ripresa ma, anzi, è certa la fine. Quindi l’unica via possibile è il finanziamento del debito con l’aumento della spesa pubblica.
Marco Sponziello – Commercialista, Docente e Pubblicista economico