LECCE – Nella Commissione Controllo presieduta da Federica De Benedetto sbarca la “questione Teatini”, che inasprisce la dialettica tra maggioranza e opposizione. Non piace agli oppositori di Salvemini l’affidamento diretto alla cooperativa Don Bosco e l’iter seguito: una pec utilizzata per una delibera di giunta “troppo velocemente”, ancor prima di essere protocollata. L’idea di alcuni oppositori del centrodestra è che ci sia stata troppa fretta e non sia stato fatto il bando che avrebbe aperto anche ad altri privati per favorire una coop vicina all’attuale amministrazione (che ha tra i responsabili una ex candidata a supporto di Delli Noci: Cristiana Calogiuri). Bisogna subito chiarire che l’amministrazione Salvemini si è attenuta alle leggi e al regolamento del 2005: aveva facoltà di affidare direttamente il bene. Inoltre, la cooperativa Don Bosco è leader nell’organizzazione di rassegne cinematografiche d’autore. Né può essere limitante il fatto che una dirigente della cooperativa si sia candidata a supporto dell’attuale vicesindaco. “Nessun problema su questo – spiega la presidente di Commissione, Federica De Benedetto – Ma un tempo l’amministrazione Perrone veniva criticata per gli affidamenti diretti a uomini vicini a quel governo cittadino.
Oggi non sarebbe stato opportuno che l’amministrazione, che ha criticato quel tipo di scelte politiche, avesse scelto la via del bando per aprire anche ad altri privati?”. “Non mi meraviglia la tempistica (48 ore) con cui è stato concesso l’utilizzo alla Coop Don Bosco dei Teatini, ma contesto l’atteggiamento dell’attuale maggioranza, che quando era all’opposizione criticava gli affidamenti diretti – spiega Bernardo Monticelli Cuggiò di Lecce Città del Mondo – Inoltre, avete sfrattato i nostri artigiani dopo anni di valorizzazione delle peculiarità della nostra terra”. “Il dirigente ha espresso parere positivo sulla regolarità tecnica di tutta l’operazione – spiega Lorenzo Ria (Pd) – Il regolamento dei Teatini prevede che lo spazio venga dato per iniziative culturali. Non c’è nessun appiglio per contestare l’operato dell’amministrazione”. Altro punto di criticità toccato dall’opposizione è il fatto che la rassegna cinematografica, che tutti comunque apprezzano, è stata solo spostata da un contenitore all’altro: dalle Cantelmo ai Teatini.
“La gestione delle Cantelmo è nelle mani di un soggetto terzo, mentre il Chiostro è direttamente gestito dal Comune?” – si chiede Fabio Valente (M5S). Ma non ci sono dirigenti per dare risposte. Non si sono presentati nemmeno gli assessori e l’oppodizione ha protestato. In Commissione si è registrato anche un “momento folkloristico” con il consigliere Guido che sciorinava il santino di Cristiana Calogiuri, una delle responsabili della Cooperativa Don Bosco, che curerà la rassegna cinematografica ai Teatini e che un anno fa si è candidata con l’attuale vicesindaco Alessandro Delli Noci. A farne le spese dello spostamento della rassegna cinematografica gli operatori della mostra del mercatino dell’antiquariato, che esponevano una sola volta al mese e che usufruivano del “passeggio turistico”: sono ancora in cerca di una nuova casa che dia le stesse opportunità.
“L’assessore Agnoli ha detto che ora si sentono gli uccellini cantare e i ragazzi possono giocare a pallone nel Chiostro: riferisco testualmente. Ha detto anche che i mercanti facevano troppo rumore” – ironizza Federica De Benedetto. “Il Chiosto è dedicato anche ad attività culturali, teatrali e scientifiche – puntualizza il consigliere di maggioranza Gabriele Molendini – La sequenza delle date è coerente (invio della pec anche all’assessore): non essendo un bando pubblico, è stato tutto regolare. Si poteva affidare direttamente il bene, come previsto dalle norme del regolamento preesistente”. Tra i banchi della maggioranza c’è chi legge una parte del testo legislativo in questione, dove si spiega che l’affidamento diretto per operazioni culturali è legittimo. Quindi, secondo il consigliere Molendini, le regole sono state rispettate e le ragioni di opportunità politica non possono essere contestate: “È facoltà dell’amministrazione decidere le proprie linee e impostazioni culturali”.
Per 5 euro si potranno vedere dei film bellissimi sotto le stelle all’interno di uno spettacolare contenitore. L’amministtazione fa un’operazione che non ha ulteriori costi: la rassegna c’era già alle Cantelmo. Ora si tratta solo di usufruire del “passeggio turistico”, che potrebbe produrre qualche soldo in più. “Pure le cose che si vendevano nel mercatino dell’antiquariato erano a pagamento”- riflette un consigliere di maggioranza. “Sì, ma potevi anche solo guardare” – replicano dall’opposizione. Ma erano davvero incompatibili il mercatino e la rassegna cinematografica? “Ci mettevano 15 giorni a smontare anche se si trattava di una mostra che si teneva una sola volta al mese” – replicano dallo staff di Salvemini. Ora ci sarà più silenzio e delle straordinarie colonne sonore si leveranno al cielo. “Compresa quella della corazzata Potëmkin di fantozziana memoria” – ironizza Federica De Benedetto.
Garcin