Di F.Oli.
SPECCHIA (Lecce) – Nuove indagini nell’inchiesta sulla morte di Noemi Durini. E’ quanto richiesto dai familiari della studentessa di 16 anni di Specchia uccisa il 3 settembre scorso. Gli avvocati della famiglia della studentessa non si arrendono convinti che il giovane Lucio non abbia potuto agire da solo la notte del 3 settembre scorso. I legali Mario Blandolino, Giulia Bongiorno e Francesco Zacheo, con il proprio consulente l’ingegnere informatico Luigina Quarta, valutano la possibilità di richiedere una perizia tecnica che si fonda su tre punti rimasti inesplorati dagli inquirenti: verifiche sui segnali radio delle antenne cellulari che consentirebbe di localizzare le celle telefoniche agganciate da soggetti dotati di cellulari, telefonini, tablet, notebook o navigatori satellitari e stabilire, in tal modo, i possibili passaggi di celle durante gli spostamenti.
Inoltre dai dati acquisiti dagli inquirenti e confluiti nel fascicolo processuale i legali della famiglia di Noemi sollecitano uno studio su tutti i dispositivi transitati nell’area individuata dalla cella telefonica che possano essere associati alla famiglia dell’imputato o a persone che possano avere collegamenti con il giovane Lucio. L’analisi delle celle telefoniche permetterebbe così di ricostruire spostamenti, posizioni geografiche ed eventualmente riscontrare o confutare alibi e dichiarazioni fornite dagli indagati e dalle persone sentite a sommarie informazioni nel corso delle indagini preliminari. Ora un gip dovrà fissare l’udienza camerale per decidere sull’eventuale archiviazione o accogliere le argomentazioni sostenute dalle parti lese.
Il padre di Lucio era stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di occultamento di cadavere dopo il sequestro dei carabinieri del Nucleo Investigativo della Fiat 500 utilizzata dall’assassino per trascinare in campagna la giovane Noemi. Gli accertamenti eseguiti con i più sofisticati e moderni mezzi tecnologici nell’abitacolo e sul luogo dell’omicidio avrebbero escluso la presenza di altre persone nonostante una traccia di dna isolata in laboratorio sia rimasta sconosciuta. E con la richiesta di archiviazione per il padre Lucio (difeso dagli avvocati Luigi Piccinni e Stefano De Francesco) e del meccanico di Patù l’unico imputato è rimasto solo il 18enne di Montesardo salentino. Il giovane verrà giudicato in abbreviato il prossimo 2 ottobre anche se la difesa potrebbe nuovamente riproporre richiesta di messa alla prova.
Ancora una volta questa notizia (in esclusiva e volutamente imprecisa in alcuni passaggi nella prima stesura) è stata ripresa dopo appena un’ora (a mezzanotte di oggi) da un’altra testata con le stesse medesime imprecisioni. Purtroppo non è la prima volta che assistiamo a simili scorrettezze nonostante siano stati fatti presenti i nostri sacrosanti diritti di poter scrivere liberamente. Ovviamente intraprenderemo tutte le iniziative legali per tutelare il nostro lavoro.