F.Oli.
PORTO CESAREO (Lecce) – Si dividono i destini giudiziari di due dei tre fratelli di Porto Cesareo accusati di aver adibito a parcheggio una vasta area demaniale e di aver costretto i titolari dei vicini lidi a liberare la zona per svolgere liberamente la propria attività. Il gip Simona Panzera ha infatti rigettato l’istanza di scarcerazione presentata dall’avvocato Giuseppe Bonsegna per il 50enne Alfredo Emiliano che rimane in carcere e ha disposto la sostituzione della misura detentiva con i domiciliari per Luigi, di 49 anni, difeso dall’avvocato Giancarlo Vaglio. Una differente valutazione nonostante permangano gravi ed univoci elementi di colpevolezza a carico degli indagati ed ulteriormente arricchiti dalle più recenti indagini all’esito degli interrogatori di garanzia.
In particolare fermo restando la piattaforma indiziaria cristallizzata il nuovo ascolto delle vittime ha permesso di definire meglio il ruolo degli indagati inquadrando più nitidamente l’ambito temporale. Luigi Emiliano, pur continuando ad assumere atteggiamenti di intimidazione ai danni delle vittime ed a manifestare la propria solidarietà agli interessi dei consanguinei, avrebbe notevolmente ridimensionato il proprio coinvolgimento nelle questioni familiari ed al contempo la carica aggressiva. Per il gip l’indagato si asterrà dal compiere atti ritorsivi o intimidatori ai danni delle vittime per vendicare i consanguinei o compulsare le vittime ad una ritrattazione.
Differente la posizione del fratello, Alfredo. In tale prospettiva, anche per le convergenti dichiarazioni rese dalle vittime, sulla sui credibilità non sono emersi fondati motivi di dubbio, è stato definitivamente chiarito il protrarsi ininterrotto di gravi condotte intimidatorie compiute dall’uomo. In particolare è emerso che nel 2016 avrebbe preso parte attiva ad un’azione minatoria. A fronte di simili concordanti dichiarazioni per il gip resta superata la versione difensiva fondata su un preteso allontanamento dal nucleo familiare risalente nel tempo con conseguente abbandono di comportamenti moleste. Alfredo Emiliano, sempre secondo il gip, avrebbe proseguito a supportare i familiari nel progetto di sopraffazione delle vittime continuando a manifestare una natura violenta e priva di freni inibitori tale da far seriamente temere per l’incolumità delle vittime.
La partita rimane comunque aperta. E si trasferirà il 26 ottobre davanti al Tribunale del Riesame quando verrà discusso il ricorso non solo di Alfredo ma anche dell’altro fratello Mario e del padre Cosimo, sempre detenuti. Intanto l’indagine, ribattezzata “Palude”, potrebbe ampliarsi. Nelle scorse ore gli investigatori e gli inquirenti (le indagini sono state condotte dai carabinieri della Compagnia di Campi Salentina e coordinate dal sostituto procuratore Luigi Mastroniani) hanno effettuato un sopralluogo nell’area parcheggio.