ROMA – Sulla Xylella ne abbiamo visti e sentiti di santoni e complottisti: alla fine sta seccando tutto. Ieri abbiamo dato la notizia dell’avanzamento fino a Fasano (scoperte due nuove piante). La Puglia è nei guai. La peste degli ulivi non si arresta e il nostro paesaggio cambierà per sempre. Fabiano Amati ci avvisa su Facebook che Vandana Shiva è diventata consulente del ministro Fioramonti. “Ricordate quando consigliò ai pugliesi di abbracciare gli alberi di ulivo per contrastare le iniziative di lotta alla Xylella? – scrive il consigliere- Più di qualcuno seguì il suo consiglio. Inutile dire che gli alberi abbracciati sono tutti morti.
Teresa Bellanova aiutaci tu e spiega a Fioramonti che di guai ne abbiamo già sin troppi”. Ecco un altro pericolo: quello di affidarsi ai santoni, ai miracoli e non alla scienza. Succede anche per la salute degli esseri umani, c’è sempre qualcuno che pretende di risolvere le cose alla Carlo Verdone nel film in cui interpreta un figlio dei fiori: “Love, love, love”. Ma l’amore è gli abbracci non bastano.
Non è servita nemmeno la cura Scortichini, che annunciammo anni fa in anteprima, con tanto entusiasmo. “Anche Roberto Bassi, Professore Ordinario di Fisiologia Vegetale all’Università di Verona, ha condiviso il parere resoci dai tre esperti del gruppo SETA – Enrico Bucci, Donatello Sandroni e Roberto Defez – dopo il deposito della relazione finale all’accordo del 17 gennaio 2017 tra Regione Puglia, Crea, Università di Bologna e del Salento (c.d. Progetto Scortichini). Secondo questo autorevole specialista in Scienza delle Piante, il metodo di campionamento utilizzato dalla Cura Scortichini deve essere stato piuttosto approssimativo e ha utilizzato un campione insufficiente”.
Lo comunicano i Consiglieri regionali Fabiano Amati, Sergio Blasi, Napoleone Cera, Gianni Liviano, Ruggiero Mennea e Donato Pentassuglia, che proprio la scorsa settimana hanno messo a disposizione della comunità scientifica e dei cittadini la relazione contenente le deduzioni di Enrico Bucci – Professore Aggiunto in Biologia dei Sistemi Complessi – Temple University (USA); Donatello Sandroni – Dottore di ricerca in Ecotossicologia; Roberto Defez – Primo Ricercatore Istituto di Bioscienze e Biorisorse – C.N.R, avallate adesso anche da Roberto Bassi, Professore Ordinario all’Università di Verona, esperto di bioenergetica delle piante e delle alghe unicellulari e in particolare di fotosintesi e bioenergia, argomenti su cui ha pubblicato 260 articoli.
Il suo H-factor è di 80; Bassi è anche Membro dell’Accademia dei Licei e dell’Accademia europea.
“A giudizio del Prof. Bassi – riportano i sei Consiglieri –, il metodo di campionamento deve essere stato piuttosto approssimativo e questo può giustificare la variabilità tra un campionamento e l’altro nella lettura dei valori di DNA per albero. Lo stesso ha aggiunto che appare sorprendente che qualcuno si sia imbarcato in una ricerca di questa urgenza e importanza mediatica usando un campione così insufficiente, così che anche una sola perdita avrebbe messo in crisi tutto, a prescindere dai risultati”.
“Dopo il deposito della relazione finale, che fa riferimento a un articolo (A zinc, copper and citric acid biocomplex shows promise for control of Xylella fastidiosa subsp. pauca in olive trees in Apulia region – southern Italy) pubblicato sulla rivista «Phytopathologia Mediterranea», Bucci, Sandroni e Defez avevano confermato che non esiste la prova scientifica diretta che il Dentamet sia in grado di diminuire la carica batterica di olivi infetti da Xylella fastidiosa e che, anzi sia inefficace o paradossalmente peggiorativo. Dunque, una riprova delle primissime impressioni, sia sul campione sottoposto al protocollo (effetto del batterio misurato solo in 2 ulivi trattati e 2 di controllo), che sulla mancanza di evidenze sufficienti a sostenere conclusioni sull’utilità antibatterica utile del composto testato (Dentamet)”.
“Ringraziamo il Prof. Bassi per averci fatto pervenire il suo autorevole apporto: continueremo a far valere sempre le ragioni e le spiegazioni della Scienza e qualunque altro contributo scientifico sarà sempre a noi gradito e reso pubblico – concludono –”.