LECCE – In questi giorni, in occasione della manovra finanziaria 2020, si parla tanto di combattere l’evasione fiscale, anche con la previsione di rivedere in peius il sistema penale -tributario.
A scanso di equivoci, faccio presente che è giusto combattere l’evasione fiscale, anche se le cifre che vengono pubblicate non mi convincono del tutto in quanto basate su generiche presunzioni.
In ogni caso, secondo me, ciò che manca nell’attuale dibattito politico e mediatico è l’approfondimento sul concetto di “evasione fiscale” e, soprattutto, l’analisi sui grossi limiti di difesa che ha l’onesto cittadino – contribuente al quale viene notificato un avviso di accertamento o una cartella esattoriale per importi non dovuti.
È bene subito chiarire che, oggi, oltre la classica evasione fiscale, che consiste nel non dichiarare o dichiarare parzialmente il reddito prodotto, esiste anche:
Chiarito che, quando si parla di evasione fiscale non si deve fare di tutta un’erba un fascio, l’altro importante tema che viene sistematicamente e pubblicamente ignorato è la grave limitazione che ha il contribuente nell’esercitare correttamente ed efficacemente il proprio diritto di difesa (art. 24 della Costituzione).
Oggi, infatti, per il principio del c.d. “doppio binario”, il contribuente, in alcune particolari situazioni, con il rischio di sentenze contrastanti e contraddittorie, deve difendersi:
Oggi, in Parlamento, sono presenti sei disegni di legge per una generale ed organica riforma della giustizia tributaria, con la previsione di giudici professionali, competenti, vincitori di concorso pubblico, ben retribuiti e dipendenti dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e non più dal MEF, come ho più volte scritto nei miei articoli pubblicati sul mio sito (www.studiotributariovillani.it).
Nell’attuale caotica e complessa situazione del fisco italiano, non dobbiamo meravigliarci se poi gli imprenditori si suicidano, falliscono o trasferiscono la propria sede all’estero (in particolare, in Olanda, Lussemburgo e Irlanda), facendo perdere opportunità e posti di lavoro in Italia.
Si continua, invece, a minacciare la confisca per sproporzione e la responsabilità amministrativa delle imprese, come per i reati di mafia !!!!!
Secondo me, invece, bisogna assolutamente ridurre le imposte e semplificare gli adempimenti fiscali, incidendo fortemente sull’elefantiaca spesa pubblica.
Già oggi ci sono gli strumenti, amministrativi e penali, per combattere efficacemente e seriamente l’evasione fiscale, senza crearne dei nuovi (come per esempio gli ISA che tanti problemi stanno creando ai contribuenti) o minacciarne altri.
Soprattutto, però, bisogna consentire al contribuente di potersi veramente difendere senza lacci e lacciuoli davanti ad un giudice terzo ed imparziale, in condizione di parità, come prescrive l’art. 111, secondo comma, della Costituzione, sino ad oggi totalmente ignorato.