POGGIARDO (Lecce) – “Non era ubriaco. Il tasso alcolemico rilevato nel sangue potrebbe essere stato causato dalla dose massiccia di medicinali che il mio assistito assume a causa di una grave patologia”. Lo dice a chiare lettere l’avvocato Luigi Corvaglia, legale insieme ad Arcangelo Corvaglia, di Fabian Palma, il 44enne, di Poggiardo, arrestato ieri sera con l’accusa di omicidio stradale aggravato per l’incidente in cui ha perso la vita Tatiana Renna, infermiera di 32 anni, residente a Poggiardo. I medicinali, per la difesa dell’uomo, potrebbero aver alterato gli esiti dell’alcol test eseguito dai carabinieri in ospedale. Ecco perchè, in attesa dell’udienza di convalida fissata per lunedì mattina davanti al gip Edoardo D’Ambrosio, l’avvocato Corvaglia intende comunque eseguire una consulenza tecnica di parte per accertare se tra assunzione di medicinali e tasso alcolemico (3,1 g/l) ci sia una correlazione.
L’uomo è molto provato per la tragedia. Ripete continuamente perché sia potuta accadere addossandosi colpe e responsabilità con un forte senso di colpa. Una tegola in una vita non facile, la sua. Affetto da una grave patologia è in lista di attesa per il trapianto. E necessita di contatti quasi quotidiani con i sanitari. Disoccupato, conduce una vita morigerata dovendo assumere oltre dieci farmaci al giorno. E non può assolutamente bere o fare uso di sostanze stupefacenti come attesterebbero gli ultimi esami medici effettuati appena una settimana fa ai quali è risultato pulito. Sia all’assunzione di droghe che all’abuso di alcol. Difficile, se non impossibile, per chi conosce il 44enne che l’uomo possa essersi messo al volante ubriaco. Tanto che quando è stato accompagnato dai carabinieri di Poggiardo presso l’ospedale di Scorrano era lucido. Non avrebbe manifestato alcun segno di squilibrio come sarebbe lecito attendersi da una persona con un tasso alcolemico così elevato nel sangue.
Da casa, poi, era uscito solo pochi minuti prima. Per fare un giro. Per svagarsi. Senza gozzovigliare con amici in qualche bar. Poi l’incidente. Una tragica fatalità. Fabian Palma era alla guida di una Opel Corsa. Percorreva la provinciale Maglie-Castro con direzione mare presumibilmente ad una velocità moderata. Improvvisamente è sbucata l’infermiera, in sella ad una bicicletta, all’altezza del “Parco Guerrieri” di Vaste. Amava passeggiare in bici e Tatiana Renna si era concessa una passeggiata. Renna non ha avuto neppure il tempo di frenare. All’imbrunire e con le auto che transitavano sull’opposto senso di marcia non ha visto nulla. L’urto, lo sbalzo, il sangue e la morte dell’infermiera in servizio a Poggiardo dove si era trasferita da due anni. Il 44enne si è fermato alcuni metri più avanti, nei pressi di una stazione di servizio. Ha lasciato la macchina perché ha iniziato a prendere fumo. Da un automobilista si è fatto accompagnare sul luogo dell’incidente per prestare soccorso tanto che il pubblico ministero di turno, il sostituto procuratore Paola Guglielmi, non contesta l’omissione di soccorso. Possibile, valutazione oggettiva, che una persona consapevole di avere un tasso alcolemico di 3,1 non si sia allontanato nel timore di essere rintracciato?
Putroppo nonostante l’immediato e tempestivo intervento dei sanitari per la giovane infermiera non c’è stato nulla da fare. Troppo gravi le ferite riportate. Per il conducente dell’auto, invece, sono scattati gli accertamenti di rito. Positivo all’alcol test è stato confinato ai domiciliari in attesa dell’udienza di convalida. A 24 ore di distanza, però, molto dubbii vengono sollevati sul suo effettivo stato psicofisico. Era veramente ubriaco o solo “stordito” dai farmaci?