REGIONALI – Il voto nelle Regioni della Calabria e dell’Emilia-Romagna si trasforma in una prova del consenso che ha il governo centrale. La spallata a Conte non arriva grazie alla resistenza emiliana: le proiezioni diffuse su Rai 1 (Porta a Porta), all’1:26 danno già il verdetto. Il risultato complessivo del centrodestra, però, è importante e, stando ai dati regionali, sembra essere stato riesumato il bipolarismo. Il dato che spicca agli occhi degli analisti politici è che i pentastellati sono in caduta libera e che la mossa di non allearsi col Pd è ancora meno redditizia dell’alleanza fatta precedentemente, perché restano fuori dal Consiglio. Ma, secondo Zingaretti, il governo centrale è salvo perché la spallata di Salvini non è riuscita: «La maggioranza esce rincuorata da questa avventura».
«Si torna a un sistema bipolare su due grandi campi – annuncia Nicola Zingaretti commentando i primi risultati – Il travaglio dei 5 Stelle sta avendo una discussione e spero che si prenda atto di questo e che si scelga tra i due principali contendenti: lo dico da alleato e non da avversario». Il Pd, dunque, è pronto ad accogliere Sardine e pentastellati. Dalla prima lettura dei dati sembra che i 5 Stelle siano stati divorati dalle sardine, che hanno finito per avvantaggiare il Pd. Salvini chiarisce che il governo, comunque, è minoritario, perché anche il risultato dell’Emilia-Romagna è storicamente il peggiore di sempre per il centrosinistra (nelle scorse regionali non c’è stata partita).
LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN CALABRIA
Iole Santelli è la nuova presidente della Calabria, la prima. L’affluenza in Calabria è al 67,6 per cento. Il Pd resta il primo partito in Calabria. «Sono risultati enormi – dice la nuova governatrice. Mentre parla la presidente eletta, Silvio Berlusconi al telefono la interrompe: «Grande risultato. Ha vinto una donna che ha dedicato una vita alla sua terra. Sono sicuro che si dedicherà al riscatto del sud. I risultati condannano il Movimento 5 Stelle all’irrilevanza. Se la democrazia conta, il governo dovrà tornare a casa. Forza Italia certifica il suo radicamento diffuso a tradizione liberale, cattolica e garantista».
LA SINISTRA RESISTE IN EMILIA-ROMAGNA: LE SARDINE FANNO LA DIFFERENZA
Stefano Bonaccini è il governatore dell’Emilia-Romagna, col 51,46% rispetto al 43 della sfidante. Lega e Pd svettano: sono i partiti più votati, dietro spiccano Fratelli d’Italia. Il Movimento 5 Stelle non entra nel Consiglio Regionale: si ferma di molto sotto l’8 per cento. Il segretario Zingaretti ringrazia le Sardine «per la scossa democratica positiva». Al voto oltre il 63 per cento degli elettori. «Partivamo da un meno 7 per cento alle europee, poi abbiamo costruito una coalizione molto larga con partiti e movimenti – spiega Stefano Bonaccini nel discorso dell’1:43 – C’è stata una partecipazione robusta e questo rafforza la qualità della democrazia». «L’arroganza non paga mai» – continua il nuovo governatore, che rimprovera a Salvini di aver nascosto la sua candidata, di aver spettacolarizzato le elezioni e di averle fatte diventare un sondaggio sul governo romano.
«Grazie alle milioni di persone che hanno votato per noi. A chi oggi si è preso la briga di venire al seggio in Emilia-Romagna e in Calabria, facendosi carico di un pezzettino del futuro del nostro paese. Parto dall’unico dato certo, che è quello della Calabria, dove entriamo con forza in Consiglio regionale. Avremo degli assessori nel nome dello sviluppo» – ha detto Matteo Salvini, ancora prima della certezza dei risultati. Per il leader della Lega è già un buon risultato aver combattuto fino all’ultimo nella roccaforte del centrosinistra, anche se per lui, che ci ha messo la faccia, è la prima sconfitta.