LECCE – Mentre le autorità di pubblica sicurezza danno numeri allarmanti (l’Italia è la nazione dove si è diffuso di più il nuovo coronavirus: circa 133 casi con 2 morti) e bloccano eventi sportivi (persino le partite di calcio che vengono disputate all’aria aperta), la psicosi si diffonde pure in regioni come la Puglia, dove il virus proveniente dall’Asia non è stato riscontrato in nessun paziente. Nella nostra regione solo falsi allarmi, anche quello del militare ricoverato al Fazzi. Venerdì scorso i passeggeri del treno ROMA-Lecce sono stati costretti ad attendere i controlli di rito, chiusi nei vagoni con l’aria consumata, per una chiamata che aveva gettato tutti nel panico. Un uomo di Otranto, che stava bene, era tornato dall’Asia: era solo questo il motivo del panico.
Il nostro giornale non ha mai diffuso una notizia senza prima aver sentito al telefono Vito Montanaro, il Direttore del Dipartimento Salute della Regione Puglia: la fonte più autorevole e più sicura per quanto riguarda le istituzioni sanitarie. Far parlare gli esperti è stata la nostra filosofia fin dall’inizio, da quando il virus è scoppiato in Cina. La Puglia, per il momento è indenne. L’infettivologa Annalisa Bascià, dell’Asl di Lecce ci ha spiegato che il virus può mutare ancora, ma che non sembra fare danni sui soggetti sani perché si può guarire come una normale influenza. Le complicanze si verificano solo nel 20 per cento dei pazienti colpiti dal virus. Ci sono persone, però, che si sono già chiuse in casa nel Salento. Questo è un atteggiamento eccessivo. Al 112 arrivano migliaia di chiamate: la maggior parte sono solo isteria. La paura rischia di fare più danni del virus.
“Il nostro laboratorio ha sfornato esami tutta la notte – spiega su Facebook Maria Rita Gismondo, direttore responsabile di Macrobiologia Clinica, Virologia e Diagnostica Bioemergenze, il laboratorio dell’Ospedale Sacco di Milano in cui vengono analizzati da giorni i campioni di possibili casi di coronavirus – In continuazione arrivano campioni. A me sembra una follia. Si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale. Non è così. Guardate i numeri. Questa follia farà molto male, soprattutto dal punto di vista economico. I miei angeli sono stremati. Corro a portar loro la colazione. Oggi la mia domenica sarà al Sacco. Vi prego, abbassate i toni! Serena domenica!Maria Rita Gismondo, direttore responsabile di Macrobiologia Clinica, Virologia e Diagnostica Bioemergenze, il laboratorio dell’Ospedale Sacco di Milano. Leggete! Non è pandemia! Durante la scorsa settimana la mortalità per influenza è stata di 217 decessi al giorno! Per Coronavirus 1!”. Sì, perché il nuovo coronavirus è pur sempre un’influenza, però sconosciuta, con un virus che si può trasformare e attecchire più velocemente. Nei casi riscontrati in Cina, solo il 2% ha perso la vita, ma si tratta di anziani e immunodepressi.