SQUINZANO (LECCE) – Quando Matteo Salvini sale sul palco parte l’ovazione da stadio: sul palco ci sono tutti, da Massimo Casanova a Roberto Marti, da Luigi D’Eramo ad Andrea Caroppo, dai candidati alle regionali Paolo Pagliaro e Mino Miccoli fino alla deputata Tateo. Il leader della Lega ripete il concetto riguardo al candidato presidente della Puglia: “Dobbiamo guardare avanti non indietro”. La linea leghista non muta: le barricate contro Raffaele Fitto non vengono ritirate. “Niente minestre riscaldate, dateci un candidato che mandi a casa Michele Emiliano – spiega (prima che Matteo Salvini salga sul palco) il deputato Rossano Sasso, lanciando un avvertimento chiaro agli alleati e anticipando le parole di Salvini: è la conferma della posizione della Lega già descritta mesi fa sul Corrieresalentino, mentre Giorgia Meloni lanciava la candidatura a presidente di Raffaele Fitto.
I sondaggi stanno a zero, per i leghisti pugliesi, l’ultima rilevazione che dà per vincente l’ex ministro di Maglie è stata commissionata da Fratelli d’Italia, dunque la Lega non la prende in considerazione. “È la squadra che vince non il singolo – spiega Salvini – Se Emiliano e Vendola hanno vinto in passato è perché il centrodestra si è diviso! Sceglieremo insieme il candidato: c’è tanta gente che si sta mettendo a disposizione”. Qualcuno grida dal palco “no a Raffaele Fitto”, ma il leader leghista spiega che non ne fa una questione di nomi: “Chiunque sarà il candidato o la candidata l’importante è tenere unito il centrodestra”.
C’è un pensiero anche per la contromanifestazione organizzata in piazza a Squinzano: “Ho saputo che ci sono le Sardine: quattro gatti, come a Napoli”. Ai nostri microfoni Salvini parla anche dei decreti sicurezza: “Se il governo li abolisce sarà criminoso, un delitto”. Poi, parla del reddito di cittadinanza confrontandolo con quota cento e dichiarando che il primo non ha dato gli effetti sperati, il secondo provvedimento sì (cliccate sull’immagine per vedere l’intervista ndr).
Come ogni comizio arrivano le staffilate al governo: “Non se ne può più di litigi chiacchiere e polemiche: l’unica cosa che li ha uniti è la volontà di processare Salvini”. I cavalli di battaglia della Lega vengono citati tutti: “Elezione diretta del presidente della Repubblica, contrasto all’immigrazione incontrollata (“se uno viene a casa tua deve suonare al campanello e dire chi è”), difesa della famiglia tradizionale (“con una mamma e un papà), sicurezza, lotta allo spaccio (“paese per paese, strada per strada”), no alla legalizzazione delle droghe leggere, rifiuti da trasformare in risorsa (“soprattutto in Puglia”), no alle imposizioni europee (soprattutto nel campo della pesca).
GLI ALTRI PROTAGONISTI DELLA SERATA
Il presidente della Cooperativa che ospita l’evento nel capannone squinzanese, sale sul palco e si commuove quando racconta il suo dramma: i mutui che non potranno essere pagati e la produzione azzerata. “La battaglia di liberazione della Puglia comincia da Squinzano” – spiega il deputato Rossano Sasso sul palco allestito all’interno della Cooperativa squinzanese Oleificio Sociale. Il tour di Matteo Salvini in Puglia in realtà parte da Taranto (per visitare il Comando Provinciale dei Carabinieri e per incontrare i militanti ed i dirigenti della Lega presso l’Hotel Delfino) per poi arrivare qui, oggi 19 febbraio 2020, in un’azienda falcidiata dalla Xylella, costretta a chiudere i battenti. Il segretario cittadino, Mino Ippolito, avvisa le Sardine (dipinte come forze provocatrici “che sono venute qui per spaventare i cittadini”) “che Squinzano si Lega”. Il capannone dove prima della diffusione della Xylella venivano lavorati oltre 80 mila quintali d’olive ora non produce più nulla: è un luogo simbolo che Matteo Salvini sceglie appositamente e che non riesce a contenere tutte le persone accorse (in tanti sono costretti a guardare l’incontro sugli schermi esterni, ma la pioggia rovina i loro programmi). Sono circa tremila gli spettatori accorsi, secondo gli organizzatori, “in un mercoledì sera di Champion” (ricorda Salvini). Un imprenditore agricolo racconta la sua odissea per ottenere i fondi di sostegno a un settore in ginocchio: una lotta contro la burocrazia, mentre le banche affondano il coltello nelle aziende.
“Bisogna ridare agli agricoltori quelli che hanno perso, bisogna far tornare la Puglia verde” – dice Nuccio Altieri, con una staffilata alle Sardine, troppo vicine ai vertici del Pd e un’altra a Emiliano e ala caos PSR, ai “danni sui rifiuti e nella sanità”. La sfida squinzanese con il popolo della sinistra si deciderà confrontando le migliaia di foto scattate questa sera è analizzandole in ogni millimetro: i numeri contano anche nell’era digitale.