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Coronavirus, l’infettivologo Grima: “Il siero salverà la vita prima del vaccino”. E poi spiega: “La scienza lo sapeva”

LECCE – Il coronavirus si attacca davvero alla suola delle scarpe? Si trasmette attraverso le cose? Morirà con l’arrivo della bella stagione? E’ vero che chi si è contagiato ed è guarito può ricadere? Quando ci sarà il vaccino? Ci siamo fatte e ci facciamo tante domande su come si comporta il COVID-19, ma la verità è che sappiamo una sola cosa che, secondo il professore Piero Grima, medico infettivologo, scrittore, saggista, già professore di Microbiologia presso l’Università di Lecce, non dovremmo mai perdere di vista per evitare il contagio: questo è un virus che si trasmette per via aerea e quindi non è trasmissibile attraverso gli oggetti, a meno che uno non li porti alla bocca.

La probabilità che il virus passi da un oggetto a una persona è di un caso su un milione. Ma che una persona porti la suola delle scarpe alla boccaesordisce il professoremi sembra abbastanza assurdo”.

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Comincia con un sorriso per parlarci di una materia abbastanza complicata, che lui mastica da 60 anni.

“Si conosce poco di questo virusdiceper questo fa paura. La paura viene quando non si conosce il nemico. Però questo nemico non è del tutto inaspettato. La scienza del suo arrivo lo sapeva. Io avevo un professore che mi ha insegnato che non si può andare avanti se non prendiamo in esame ciò che è successo prima. E prima, nelle epidemie che hanno preceduto questa, i virus si sono comportati e riproposti con una certa regolarità e frequenza”.

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Vuole dire che questa pandemia si poteva prevedere?

“Io faccio l’infettivologo, non mi sono mai sognato di fare il pittore, adesso tutti sanno tutto sull’infettivologia, io ne rimango un po’ perplesso. Nel 1970, a un congresso a Milano al quale presi parte, due grandi virologi conclusero le loro relazione dicendo: il genere umano morirà a causa dei virus. Pensi che abbiamo avuto diverse malattie a causa di virus RNA in questi anni, come il Morbillo, l’AIDS, la SARS, poi la MERS, l’Ebola, sono tutti virus RNA, quindi più difficili da gestire, come lo è il Covid-19. Sapevamo che sarebbe arrivato anche lui”.

Cosa significa che il virus è un RNA?

Lo spieghiamo in maniera più semplice che si può: i virus possono essere di due tipi, a DNA oppure RNA. Qual è la differenza tra i due? Che i virus a DNA sono più grandi, come per esempio l’herpes, e sono più gestibili e più aggredibili. Sarò più chiaro: l’elefante e la formica. L’elefante è più possente ma è un facile bersaglio, con una fucilata lo uccidi, la formica è piccola, veloce, scattante. Ecco, i virus RNA sono così. Loro si moltiplicano molto velocemente, pensi che con una coltura di un milione di virus in 8 ore, questi diventano 30-40 miliardi. Si nascondono, sono più pericolosi perché si replicano in maniera molto più veloce e, a causa di questa loro velocità nella replicazione, sono soggetti più facilmente a mutazioni.  

Sul Covid-19 si dicono molte cose, come per esempio che il calore ne abbassa la carica virale. E’ cosi?

Non credo. Ci sono delle ipotesi, ma niente di dimostrato. Ci sono studi che addirittura dimostrano come i virus risentano della storia del clima e delle influenze astrali. Scomodiamo Manzoni che nei promessi rimproverava i medici di non essersi preoccupati della pericolosa congiunzione di Saturno e Giove per l’arrivo della Peste, ma noi siamo nel 2020, oggi c’è molto più sapere eppure non si sono fatti tanti passi rispetto al 1.600” .

Quali sono i passi che non sono stati fatti?

Siamo nel disordine più totale. Anni di tagli alla Sanità. Abbiamo le facoltà di medicina a numero chiuso e quindi non abbiamo abbastanza medici, non abbiamo ventilatori, non abbiamo persone formate ad accogliere i malati in rianimazione. Stanno convertendo strutture che saranno dedicate alla gestione di questa pandemia, ma il personale che le sappia gestire ce lo abbiamo? Perché questa è una cosa molto seria e non ci si può improvvisare. In più ci siamo decisi dopo 20 giorni a dare disposizioni ferme ai cittadini, se lo avessimo fatto prima ci saremmo risparmiati qualche decina di morti. In Cina, per esempio, ieri per la prima volta c’è stata un’assenza di nuovi casi, loro in tre mesi hanno raggiunto il picco e lo hanno superato, lo hanno fatto grazie all’imposizione di regole chiare. Noi siamo sempre lì, inchiodati, nessuno sa quando sarà il picco e quindi nessuno può prevedere quando superalo. Navighiamo a vista”

Di chi è la responsabilità?

“In Italia non ci sono punti di riferimento. Hanno destabilizzato l’opinione pubblica; mascherine sì mascherine no. Non c’è serietà nel gestire una simile situazione. La politica è una cosa seria. La prego, non mi faccia dire altro. Oggi dobbiamo solo sperare che siano almeno in grado di mettere nelle condizioni di lavorare quei poveretti che sono negli ospedali, i quali, disperati, combattono coi mezzi che hanno, i pochi che hanno. Non abbiamo compreso che avremo dei grossi dei problemi e probabilmente questa pandemia servirà a farci pensare e riflettere molto”.

L’unico modo per bloccarla è restare a casa. E così?

Sì, questo è un modo. Ma se andiamo a leggere i provvedimenti del passato ci accorgeremo che il cordone sanitario era l’unico sistema in grado di bloccare i virus, ma un cordone sanitario serio, però. L’alternativa è l’immunità di gregge, il virus cioè finirà quando tutti saranno infettati, in questo modo lascerà morti e feriti, e noi dobbiamo fare in modo che ciò avvenga più piano che si può. In sostanza i cittadini devono cavare le castagne dal fuoco a chi ha preso la situazione con leggerezza. Siamo ad un livello politico-culturale che lascia a desiderare. Dal punto di vista sanitario, poi, non ci sono più maestri. C’è una crisi della classe dirigente.

Chi si è già infettato, può contrarre di nuovo il Covid-19?

“Non sappiamo ancora se questo virus muta o se rimane lo stesso. Sappiamo che SARS e Covid sono parenti stretti, allora si pensa che questo altro non sia che il primo (SARS ndr) mutato in qualche gene e in qualche loco, e che poi abbia dato origine alla SARS 2, cioè al coronavirus. Se questo corona muterà allora la nostra immunità sarà scarsa perché si tratterà di un virus diverso e perché il nostro potere immunogeno nei confronti dei virus influenzali non è perpetuo. Le mutazioni dei coronavirus sono allo studio, non possiamo dire che una volta contratto non ci ammaliamo più. Di certo non ci ammaliamo più di quel coronavirus, perché il nostro sistema immunitario lo riconoscerà subito e lo attaccherà rapidamente. Ma se questo virus cambia pelle, è possibile che gli anticorpi non lo attacchino immediatamente, tuttavia non è detto che lo lascino andare facilmente. E’ possibile che, guardandosi in faccia, si diranno “ma non ti sembra di averlo già visto questo qua?” Sa, gli anticorpi sono dei tipi molto particolari e molto diffidenti”.

Siamo vicini al vaccino?

L’utilizzo imminente del vaccino non è possibile, ci sono dei passaggi obbligati che bisogna fare per testare il vaccino prima sugli animali, poi sui volontari, deve stare in vitro, per non parlare della sua commercializzazione. Ci vorranno mesi, c’è però un altro modo per provare a vincere il Covid-19, e cioè il siero.

Che differenza c’è tra un vaccino e un siero?

Facciamo un esempio: quando il vaccino per il Tetano non era obbligatorio come oggi nei bambini, eravamo scoperti. Per cui, se ci facevamo male entrando a contatto con delle superfici pericolose, andavamo dal medico che ci faceva una puntura per proteggerci dal Tetano, quello era il siero. Il siero si estrae dal sangue di una persona che ha contratto la malattia e che l’ha superata, producendo quindi appositi anticorpi. Attraverso il siero noi introduciamo quegli anticorpi. Questo è un metodo che sta dando ottimi risultati contro l’Ebola. Il siero si può avere in tempi molto più brevi e credo lo stiano già preparando, dipende anche dalla quantità di sangue a disposizione, ce ne vuole una quantità importante. Il vaccino, invece, è realizzato con il virus; cioè all’interno del corpo si inietta il virus senza carica virale, che stimola la produzione di anticorpi senza però generare la malattia.

Perché il Covid-19 risparmia i bambini?

Il virus non risparmia i bambini. Semplicemente i bambini hanno una configurazione immunologica diversa e una fagocitosi (capacità dei globuli bianchi di ingoiare e distruggere corpi estranei, ndr) più attiva in certi settori. Questa situazione è particolarmente favorevole ai bambini. Poi molto dipende anche dalla situazione immunitaria personale: se io sono obeso e sono diabetico, e ho le difese immunitarie sotto il 30%, sono a rischio. Se invece ho un assetto immunitario favorevole, avrò un decorso della malattia più favorevole. Il virus non attacca più o meno forte. Lui attacca e basta. Lo dico sempre io che rientra tra gli organismi più democratici che esistano.

 

 

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