ALLISTE (Lecce) -” Ai bordi della Strada vicinale “Calaturo”, nel tratto di accesso dalla Via comunale Longa, che collega l’abitato di Alliste con la Località Torre San Giovanni – si legge nel testo – è presente una vera e propria discarica a cielo aperto ove da anni vengono abbandonati rifiuti di ogni genere: dai rifiuti solidi urbani a quelli ingombranti, dai R.A.E. ai rifiuti speciali e tossico-nocivi, fino ad alcune carcasse di animali e ad un gran quantitativo di lastre in cemento-amianto (vedasi fotografie nn. 1, 2, 3, 4, 5 e fotoaerea n.6 con i tratti di strada con rifiuti evidenziati con una linea gialla)”. Lo scrive in una lettera alle istituzioni il presidente di Italia Nostra sezione Sud, Marcello Seclì.
Per questo motivo si chiede “le opportune verifiche per rilevare lo stato dei luoghi, le caratteristiche e le condizioni dei rifiuti abbandonati, nonché gli eventuali responsabili di tale scempio; conseguentemente è essenziale che vengano predisposte le operazioni per la rimozione totale dei rifiuti abbandonati secondo le dovute modalità in modo da determinare un completo risanamento dei luoghi.
A tal proposito risulta opportuno specificare che la zona in cui sono stati abbandonati tali rifiuti (punto 4 nella fotoaerea n.7) ricade nel tratto terminale del lungo costone naturale della Serra del Calaturo (linea gialla nella fotoaerea n.7) che, dalla zona posteriore il Cimitero di Alliste (punto 1 nella fotoaerea n.7) si protrae verso Sud (per circa 4 Km parallelamente alla Via comunale Longa) fino alla Loc. Terenzano (punto 5 nella fotoaerea n.7) e sul cui versante est insistono – tra l’altro – una rigogliosa macchia mediterranea, antichi tratturi, estesi tratti di murature in pietra a secco e diverse testimonianze storico-architettoniche tra cui la Grotta del Ninfeo, la Specchia dell’Alto, un Cippo di confine (comunemente denominato menhir), alcune masserie (tra cui la Masseria Ninfeo punto 3 nella fotoaerea n.7) e – nella parte più elevata della Serra – la chiesa cinquecentesca della Madonna dell’Alto (punto 2 nella fotoaerea n.7) da cui si gode una suggestivo panorama. Di articolare importanza risultano le specie botaniche presenti su tale tratto di territorio per le quali si rimanda allo studio di Roberto Gennaio pubblicato sul volume “La Serra di Calaturo” (Ed. Del Grifo).”