CAVALLINO – La sanità privata sta dando il suo contributo al tempo del covid-19. Vista la fragilità della sanità pubblica questa è una buona notizia per continuare a garantire le urgenze e le diagnosi. Il Centro Calabrese di Cavallino resta in prima linea nei giorni della lotta al nemico invisibile con le giuste precauzioni e garantendo igienizzazione e sanificazione degli ambienti, che essendo spaziosi garantiscono la distanza di sicurezza tra pazienti.
Abbiamo intervistato il Direttore Sanitario Dott. Ruggiero Calabrese per chiarire come si accede al Centro cavallinese, che continua ad essere un punto di riferimento per il territorio.
Molti centri radiologici convenzionati con il SSR hanno deciso di chiudere, come mai voi rimanete aperti?
“Premetto che non mi piace guardare né tantomeno giudicare le scelte che hanno fatto altre strutture sanitarie convenzionate. Noi, e per noi intendo tutti gli operatori sanitari dell’Istituto che dirigo, abbiamo deciso all’unanimità di continuare ad erogare le indagini di diagnostica per immagini secondo le direttive previste dal protocollo Regione Puglia AOO/183/4024 del 11/03/2020. Il nostro intento è quello di contribuire attivamente allo sforzo collettivo di debellare la grave pandemia da Covid-19 che ha colpito anche la nostra Patria”.
In che modo potete aiutare il Sistema Sanitario Regionale?
“Il nostro intento è quello di contribuire ad alleggerire il lavoro dei reparti di radiologia degli Ospedali pubblici in maniera che i nostri colleghi siano maggiormente liberi per operarsi ed impegnarsinella lotta al Coronavirus. Contestualmente cerchiamo di aiutare tutti quei pazienti che presentano patologie o che necessitano di diagnosi tempestive; purtroppo non ci si ammala solo di Covid-19. Molti pazienti necessitano di un’assistenza periodica e continuativa e la pandemia non solo crea danni diretti agli infettati ma, indirettamente, anche a chi soffre di altre patologie, allungando notevolmente i tempi di attesa anche per gli esami di diagnostica per immagini. Inoltre, a volte serve una diagnosi in regime di urgenza, come ad esempio nei traumi. Altre volte servono controlli radiologici in tempi ragionevolmente più lunghi, come nei pazienti affetti da patologie autoimmuni, per esempio nelle persone affette da sclerosi multipla o nelle patologie neoplastiche o per controlli post chirurgici e altro, il cui ritardo può determinare un aggravio della malattia”.
Quali esami eseguite?
“Eroghiamo in questo periodo prevalentemente quegli esami che hanno un maggior impatto positivo sulla salute pubblica, i cosiddetti esami “salva vita” come TAC senza e con contrasto e Risonanze magnetiche senza e con contrasto, sia dell’encefalo che body”.
Eseguite anche indagini al torace?
“Certamente stiamo contribuendo all’identificazione delle polmoniti da Covid-19. Abbiamo creato un gruppo di lavoro specializzato per l’identificazione precoce, indispensabile al fine di intervenire tempestivamente per aumentare l’efficacia delle terapie farmacologiche, mediante una tecnica di studio che prevede l’esecuzione di una TAC torace ad alta risoluzione (HR) a bassa emissione di radiazioni, secondo le linee guida raccomandate dalla Società Italiana di Radiologia Medica (SIRM)”.
Come fanno i pazienti ad accedere nella vostra struttura?
“Possono accedere prenotando gli esami attraverso il CUP pubblico, farmacie, parafarmacie o direttamente telefonando al call center del nostro Istituto o inviando la domanda via e-mail. Hanno diritto di accesso in questo periodo esclusivamente i pazienti che necessitano di esami urgenti (entro 72 ore) o differibili (entro 10 giorni). Il medico prescrittore dovrà provvedere sull’impegnativa del SSR a indicare, se necessario, la casella corrispondente al codice di priorità indicato rispettivamente con la lettera ‘U’ o con la lettera ‘B’”.
Quali precauzioni anti Coronavirus avete preso per i pazienti e gli operatori sanitari?
“Tutte quelle previste dai protocolli di sicurezza Internazionali al fine di ridurre drasticamente il pericolo di contagio. In particolare, tutti gli ambienti dell’Istituto vengono giornalmente, oltre alla routinaria pulizia standard, sanificate, deterse e disinfettate con prodotti chimici a base di cloro e amuchina, garantendo una decontaminazione batterica e virale continuativa e costante sia dell’aria che delle superfici. Per quanto riguarda le attrezzature come RX, RM e TAC vengono disinfettate al termine di ogni esame ed il lenzuolino monousoviene cambiato. Le ampie sale di attesa consentono di rispettare ben oltre la distanza di un metro raccomandata; inoltre, per accedere alla struttura, i pazienti hanno l’obbligo di presentarsi indossando una mascherina di protezione. Nelle sale è a disposizione gel disinfettante per le mani ed i banconi di accettazione sono provvisti di paratie di vetro a tutela degli operatori. Tutto il personale sanitario ha a disposizione camici monouso, mascherine, guanti occhiali protettivi, ogni genere di disinfettanti e molto altro ancora”.
Le fa paura lavorare in questo periodo?
“Guardi in questo periodo mi capita di pensare a mio nonno, il primo radiologo della mia famiglia di cui porto il nome, che passòperiodi ben più difficili del mio. Ufficiale medico durante la seconda guerra mondiale operava nel suo studio di Lecce (sequestrato dal Governo del Re) i soldati provenienti dal fronte greco mediante un ponte aereo organizzato a Galatina, direttamente sotto i raggi X. Mentre la tecnica sorreggeva un pesante schermo a fluorescenza,lui identificava, nei corpi dilaniati, le schegge di granata, rifiutando di indossare i pesanti guanti di piombo che gli impedivano qualsiasi manovra chirurgica. Coscientemente ma fermo e credente negli ideali di Ippocrate perse, bruciato dalle radiazioni, il braccio destro. Per tali motivi non posso avere paura, solo ragionevole prudenza”.