SALENTO – Ieri vi abbiamo raccontato (qui il link dell’articolo) le modalità con cui lavorano i braccianti agricoli nei campi del Salento – senza alcun tipo di protezione e gli uni accanto agli altri, in barba al distanziamento sociale, fondamentale per contenere la pandemia – con l’obiettivo di rinvendicare il loro sacrosanto diritto alla salute nel godere dell’altrettanto sacrosanto diritto di lavorare. Nella circostanza, nella raccolta delle patate.
Ieri vi abbiamo documentato ciò che accadeva nei campi a Torre Pali, marina di Salve, dove una decina di braccianti erano al lavoro senza rispettare le prescrizioni anticontagio. Tutti vicini e senza alcuna protezione.
I carabinieri ci comunicano che hanno avviato una serie di accertamenti. E c’è di più: perché, oggi 11 aprile, tutti quei braccianti indossavano almeno la mascherina: dopo la nostra denuncia, il “problema” è stato risolto con solerzia. E siamo fieri di essere riusciti, nel nostro piccolo, ad avere contribuito alla causa e sensibilizzato i loro datori di lavoro: proprio quei lavoratori sono stati tutelati. Almeno qui.
Perché ciò che documentiamo oggi, infatti, riguarda altre zone del basso Salento, dove in questi giorni è in corso la raccolta delle patate. O dove le patate non sono più un “problema”. E soltanto perché sono state tutte raccolte.
Con che modalità non lo sappiamo, ma potrebbe bastare la foto di gruppo che alleghiamo all’articolo – scattata per decretare ufficialmente la “Fine raccolta patate 2020” e pubblicata su Facebook alle 14.43 di ieri – per supporre che non facciano ben sperare.
Né per la salute di quei lavoratori che nella foto si abbracciano e sono senza mascherina (e ve lo garantiamo, perché abbiamo dovuto oscurare il volto per tutelare la privacy). Né per il rischio che il virus del Covid-19 (che gli scienziati sostengono resista anche sulle superfici per giorni, pur perdendo parte della carica virologa) possa essere finito su quelle patate – probabilmente maneggiate senza protezioni – e nelle nostre case.