NARDÒ – Mentre il Pd cerca ancora il suo candidato, dopo il “no” di Salvatore Donadei, Nardò Bene Comune candida l’avvocata Stefania Ronzino a sindaca della Città di Nardò per le elezioni di ottobre 2021. È la sesta candidata: in campo ci sono già Cozza, Losavio, Falangone (M55), Frasca (civici e Forza Italia), pronti da tempo a sfidare il sindaco uscente Pippi Mellone (che potrebbe contare anche sul sostegno di Lega e Fratelli d’Italia). Per il primo cittadino con tutti questi candidati in campo le cose si complicano, perché cresce la possibilità di un ballottaggio: infatti, se tutti hanno davvero un seguito, raggiungere il 50% più uno dei voti validi al primo turno è più difficile con 6 candidati in campo. Nei paesi con più di 15mila abitanti (Nardò ne ha oltre 30mila), se nessun candidato ottiene la maggioranza, si procede al ballottaggio fra i due candidati alla carica di sindaco che hanno ottenuto al primo turno il maggior numero di voti.
“L’assemblea della nostra associazione, avendo valutato con attenzione le vicende politiche relative alle prossime comunali, ha preso una decisione non semplice, ma in piena coerenza con la strada intrapresa ormai 5 anni fa- spiegano in un comunicato i responsabili di Nardò Bene Comune – Un percorso coraggioso di attivismo politico extra-consiliare in cui abbiamo ideato, organizzato, ospitato diverse iniziative politiche, culturali, ambientali e sociali allo scopo di alimentare una lanterna di speranza in chi non si è riconosciuto nell’attuale politica cittadina, in chi ha sofferto per la ‘presa della città’ trattata come una proprietà privata, da amministratori tanto giovani quanto ‘antichi’ per modalità di gestione della cosa pubblica, per i toni aggressivi nelle rare occasioni di confronto e per la costante assenza di trasparenza. Una comunità spaccata e divisa da 5 anni di contraddizioni abilmente nascoste sotto la superficie delle cose e degli avvenimenti.
A chi ci segue sin dai nostri primi passi non potevamo togliere la speranza di una candidatura identitaria, chiamata a ripristinare alcuni elementi fondamentali della convivenza civile e politica.
È ora, noi vogliamo esserci. Un moto d’orgoglio e di coraggio di chi sa che è la cosa giusta da fare per il bene comune. “A seguito del ritiro dell’avvocato Tony Falangone proposto da NBC a dicembre scorso e appoggiato da tutte le forze di opposizione – spiega Gaia Muci, presidente dell’associazione politico-culturale – abbiamo atteso con pazienza e partecipato ai tavoli delle consultazioni, con la speranza che si procedesse con una candidatura unitaria dell’area democratica e progressista di Nardò.
Alla luce della situazione attuale, ci siamo confrontati con tutti i soci attivi, sia fondatori sia nuovi amici che hanno scelto di percorrere con noi questo cammino di rinascita e abbiamo optato per una scelta di dignità. Ringraziamo Stefania Ronzino che ha accettato per noi questa investitura. Nei prossimi giorni renderemo pubbliche le linee semplici e chiare del nostro programma. Per tutte le altre forze politiche, che siano già in campo o che stiano ancora valutando il da farsi, la nostra porta è aperta”. Stefania Ronzino, classe 1968, è un’avvocata, ambientalista di lungo corso, ha militato da sempre in associazioni politiche di sinistra. Sebbene abbia la passione per i viaggi, ama Nardò più di qualsiasi altro luogo al mondo, tanto da aver chiamato il suo cane Salandro. Sposata con l’avvocato Carlo Mancini, è mamma di Janeta e Simon.
IL CASO DELL’AGRARIO
Intanto continua a tenere banco la questione dell’immobile sede dell’Agrario. “La cessione dell’immobile, sede dell’Istituto Agrario di Nardò, alla GdF, lascia sconcertate aziende agricole e associazioni del settore. Questa decisione non piace perché, invece di utilizzare quella struttura in modo più intelligente, tutta a vantaggio della nostra Nardò, si è preferito cederla alla Guardia di Finanza – spiega il candidato sindaco Mino Frasca – Fino al 2000 quell’Istituto è stata la sede più importante, dopo quella di Lecce, in cui i ragazzi, avendo a disposizione serre e terreni agricoli da sfruttare, mettevano in pratica tutto ciò che imparavano prima tra i banchi, riuscendo a produrre prodotti nostrani e a venderli. Se si fosse dato ascolto ai progetti presentati sia alle amministrazioni precedenti che all’attuale, ora, quella struttura sarebbe sede di insegnamenti e formazione fondamentali per un territorio come il nostro, che dovrebbe vivere di agricoltura e turismo.
Progetti presentati nel 2010, che avevano l’ambizione di costruire, proprio all’interno di quella struttura, una scuola di agro ecologia, probabilmente all’epoca sembravano troppo futuristici e non furono presi in considerazione. Ma ora siamo nel 2021 ed è scandaloso che si blocchino idee così lungimiranti. Si è pensato a finanziare il Parco Giochi di S.Gerardo senza fermarsi a pensare che invece quelle cifre potevano essere investite per creare un Parco Agricolo e Rurale nel quale far fare pratica ai ragazzi diplomati all’Istituto Agrario, creando una filiera economica tra produzione di prodotti e vendita diretta. Sono convinto che l’agricoltura sia il lavoro del futuro e che si potranno creare tantissimi posti di lavoro in questo settore, partendo da una formazione ricevuta a scuola. Nardò è un territorio che offre tantissimo e nessuno è stato in grado di sfruttare le sue potenzialità.
Spreco di denaro per strade, piste ciclabili, parchi giochi e un mutuo da tre milioni di euro che graverà sulle nostre teste …tutto questo non fa girare l’economia di una città, serve solo a riempire gli occhi di chi guarda da fuori…ma non si può vivere di sola bellezza! Ho incontrato le aziende agricole, le associazioni e, di idee da metter in campo ce ne sono tante e tutte a vantaggio della nostra città… ma di questo avrò modo di confrontarmi con voi durante il corso della campagna elettorale”.