L’equinozio di primavera dello scorso mese di marzo ha dato inizio alla bella stagione. La voglia di muoversi e fare quattro passi fuori casa è incoraggiata, oltre che dall’allentamento delle restrizioni da Covi-19, dalla gioia di stare insieme e “recuperare” il tempo perduto dei giorni di duro confinamento.
Una delle occasioni migliori per rinsaldare rapporti di amicizie e gusto di fare festa è offerto dalla ricorrenza del Lunedì dell’Angelo: il giorno di Pasquetta. Per leccesi e salentini: Lu Riu!
Religiosità, folclore, devozione, tradizione e usanze locali segnano i ritmi di questa importante giornata. Dal ricordo della Risurrezione di Cristo sino al racconto dell’apparizione di angeli alle donne che si renano al sepolcro del Nazareno, passando per la devozione alla Vergine Maria, il giorno di Pasquetta ha tanto da raccontare. Abbiamo rivolto alcune domande, sull’argomento, al prof. Francesco Danieli, storico ed iconologo.
Dove possiamo ricercare tracce storiche, prof. Danieli, sulla tradizione de “Lu Riu”?
In realtà “lu Riu” non coincide con la Pasquetta, il lunedì dell’Angelo, ma con il martedì dopo Pasqua. È una vera e propria appendice alla Pasquetta, un’ulteriore giornata di svago e scampagnata all’aria aperta che molti leccesi trascorrevano nei pressi della chiesa della Madonna d’Aurìo, in agro di Surbo. Da cui il termine “Riu”.
Il legame con la devozione mariana, in questo giorno di festa, è importante. Come mai?
Sul piano religioso, “lu Riu” è una festa mariana. Forte della propria indole bizantina, il Salento celebra la Vergine come la prima dei risorti in Cristo, colei che ha goduto per prima della redenzione operata dal figlio, morto e risorto. Per questo stesso motivo in diversi centri di Terra d’Otranto, durante la veglia pasquale, al momento del Gloria in excelsis Deo, dalla porta maggiore è condotto nel tempio un simulacro della Madonna, che corre incontro al Risorto. Galatone, Casarano, San Vito dei Normanni ne sono tuttora un esempio.
Potresti indicarci, da esperto quale sei del settore, qualche “esempio” di icona mariana venerata in questo giorno dopo Pasqua?
Sono icone mariane “pasquali”, festeggiate appunto durante il tempo di Pasqua, la Madonna d’Aurìo in Surbo; la Vergine della Grottella in Copertino; la Madonna della Campana in Casarano; la Madonna della Coltura in Parabita; la Madonna della Luce in Galatina; la Madonna dell’Arcona a Castrignano dei Greci; la Madonna di Roca e molte altre.
Quale messaggio è legato alla storia e quale alla tradizione di questa festa religiosa e folcloristica?
Storia e tradizione si fondono, insieme al bisogno di socializzare, di staccare per qualche giorno dalla routine lavorativa. Ma anche per fruire – soprattutto un tempo – di fiere mercato stagionali, in cui trovare prodotti della terra, animali da cortile, attrezzi agricoli e oggettistica in terracotta, vimini, stagno e rame. Unendo l’utile al dilettevole.