L’Assedio continua
La fine dell’anno si preannunzia sotto cattivi presagi per entrambe le parti. Il 30 dicembre si scatena un terremoto mentre la notte successiva si verifica un fenomeno di aurora boreale. Le settimane successive si rivelano particolarmente fredde e con abbondanti piogge, al punto che Duqaq decide di ritirarsi e ripiegare in direzione di Damasco.
Intanto la carenza di viveri scatena una vera e propria carestia fra le forze assedianti che porta alla morte di un uomo su 7, mentre fra gli animali restano in vita solo 700 cavalli circa . Secondo alcune fonti, i soldati più poveri, perlopiù appartenenti alla Crociata dei Poveri guidata da Pietro l’Eremita, si danno al cannibalismo, mangiando la carne dei soldati turchi morti, altri preferiscono immolare i cavalli tuttavia la maggior parte sceglie di soffrire la fame. I Cristiani locali, fra cui il Patriarca Ortodosso di Gerusalemme, residente sull’isola di Cipro, inviano alcune scorte di viveri ma la loro opera non migliora di molto la situazione generale. In contemporanea cominciano a manifestarsi le prime diserzioni fra le quali, degna di nota, quella di Pietro l’Eremita che però viene subito preso e riportato indietro da Tancredi.
Nei primi giorni di febbraio il generale bizantino Taticius, inviato come legato al seguito dei Crociati dall’Imperatore di Bisanzio Alessio I Comneno, abbandona inaspettatamente lo schieramento alla testa delle sue 2 mila unità, probabilmente perché avvertito in tempo da Boemondo, che gli altri comandanti hanno maturato la decisione di ucciderlo, supponendo che il suo sovrano stia segretamente trattando con i Turchi. Tra l’altro, lo stesso Boemondo coglie l’occasione per accusare lo stesso Taticius di tradimento e codardia, motivo valido per rompere ogni accordo con l’Impero d’Oriente relativo ad una restituzione di Antiochia. Inoltre il Principe di Taranto minaccia di togliere l’assedio se, una volta liberata, la città non venga destinata a lui. Consapevoli delle mire di Boemondo, Goffredo e Raimondo non si piegano al ricatto, per contro la maggior parte dei militi e dei cavalieri si schierano dalla parte dell’Altavilla.
Nel frattempo un nuovo esercito turco, agli ordini di Ridwan giunge da Aleppo a sostegno di Yaghisiyan
ma le armate crociate lo intercettano il 9 febbraio e lo battono in una battaglia campale a Harim, poco oltre le mura di Antiochia.
Nel mese di marzo giunge nel porto di San Simone una flotta inglese al comando di Edgardo Atheling, proclamato Re d’Inghilterra, proveniente da Costantinopoli dove è in esilio, portando un grosso numero di attrezzature finalizzate alla costruzione di macchine da assedio. Tuttavia Raimondo e Goffredo, che non nutrono stima o fiducia l’uno dell’altro, vengono attaccati il 6 marzo da un’aliquota turca e, nello scontro, gran parte del materiale viene perso. Solo l’intervento di Goffredo permette a Crociati di sconfiggere il nemico e mettere la restante parte di materiali al sicuro. Nonostante la suddetta flotta sia stata inviata dall’Imperatore di Bisanzio Alessio, i comandanti crociati continuano a diffidare di lui, ritenendolo sempre in combutta con i Turchi.
Comincia così la costruzione delle macchine d’assedio e di un fortino, chiamato “La Mahomerie”, allo scopo di presidiare la Porta del Ponte, impedendo eventuali sortite degli assediati contro le linee di rifornimento crociate, in particolar modo Alessandretta e San Simone. Tra l’altro si procede alla riparazione del monastero diroccato dislocato ad occidente della Porta di San Giorgio, che viene utilizzato con funzioni logistiche di stoccaggio di viveri. Il suddetto monastero viene ribattezzato Forte di Tancredi giacché questi disloca un presidio militare a sua difesa, mentre Raimondo assume il controllo de La Mahomerie. Con l’attuazione di tali misure le condizioni generali delle armate crociate migliorano sensibilmente grazie all’approvvigionamento di scorte di viveri ed alla cessazione delle sortite nemiche.
Intanto una delegazione fatimide (i Fatimidi, pur essendo musulmani, erano nemici dei Selgiuchidi) si presenta ai capitani crociati con una proposta di pace. Credendo che le forze cristiane siano soltanto composte da mercenari agli ordini di Bisanzio, offrono la totale cessione della Siria in cambio dell’impegno a non attaccare la Palestiana. Pietro l’Eremita, che conosce l’arabo, viene inviato a trattare tuttavia i Crociati non possono concludere alcun accordo che preveda la rinuncia alla città di Gerusalemme, così nessun accordo viene raggiunto nonostante la delegazione venga trattata con rispetto ed ospitalità
Cosimo Enrico Marseglia
Nato a Lecce, città in cui vive. Ha frequentato i corsi regolari dell’Accademia Militare dell’Esercito Italiano in Modena e della Scuola di Applicazione dell’Arma TRAMAT presso la cittadella militare Cecchignola in Roma, ed ha prestato servizio come ufficiale dell’Esercito presso il 3° Battaglione Logistico di Manovra in Milano, il Distretto Militare di Lecce ed il Battaglione Logistico della Brigata Pinerolo in Bari. Dopo otto anni in servizio permanente effettivo, ha lasciato la carriera militare, dedicandosi alla musica jazz ed al teatro. Attualmente collabora con il Dipartimento di Studi Storici dell’Università del Salento, come esperto di Storia Militare, e dal 2009 è ufficiale commissario del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana. Scrive per L’Autiere, organo ufficiale dell’ANAI (Associazione Nazionale Autieri d’Italia), Sallentina Tellus (Rivista dell’Ordine del Santo Sepolcro), per L’Idomeneo (Rivista dell’Associazione di Storia Patria) e per altre testate. Ha già pubblicato Les Enfants de la Patrie. La Rivoluzione Francese ed il Primo Impero vissuti sui campi di battaglia (2007), Il Flagello Militare. L’Arte della Guerra in Giovan Battista Martena, artigliere del XVII secolo (2009), Battaglie e fatti d’arme in Puglia. La regione come teatro di scontro dall’antichità all’età contemporanea (2011), Devoto ad Ippocrate. Rodolfo Foscarini ufficiale medico C.R.I. fra ricerca e grande guerra (2015), Marseglia. Storia di una famiglia attraverso i secoli (2016) per la Edit Santoro, e Attacco a Maruggio. 13 giugno 1637. Cronaca di una giornata di pirateria turca nel contesto politico-sociale europeo (2010) per la Apulus, quest’ultimo insieme al Dott. Tonino Filomena. Ha conseguito il Diploma Universitario in Scienze Strategiche presso l’Università di Modena e Reggio.