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Derubava pazienti in gravi condizioni nel pronto soccorso del Fazzi: a processo operatrice socio sanitaria

F.Oli.

LECCE – Derubava pazienti all’interno pronto soccorso dell’ospedale Vito Fazzi approfittando delle loro gravi condizioni. Portava via soldi, carte bancomat e oggetti di valore. C.P., un’operatrice socio sanitaria, 46 anni, di Lecce, è finita sotto processo con le accuse di furto pluriaggravato, illecito utilizzo di carta di debito aggravato e furto con strappo pluriaggravato sulla scorta delle indagini condotte dagli agenti della Sezione anticrimine della Squadra mobile. Il rinvio a giudizio è stato stabilito dalla giudice per l’udienza preliminare Paola Capano a margine della quale L’Asl si è costituita parte civile con l’avvocato Alfredo Cacciapaglia. L’oss non risulta essere stata sospesa nonostante, nel frattempo, sia finita ai domiciliari per altri furti (vicenda per la quale dovrebbe patteggiare nelle prossime settimane così come concordato dal suo avvocato difensore Mario Stefanizzi).

Il primo furto risale alla notte del 15 dicembre del 2021 quando presso il pronto soccorso dell’ospedale cittadino si presentò un anziano di 78 anni di Lecce in gravi condizioni. L’operatrice socio sanitaria prelevò la carta bancomat insieme al pin dagli effetti personali che il paziente aveva addosso per effettuare un prelievo di 500 euro dalla postazione bancomat dell’ospedale. Rientrò subito dopo in pronto soccorso per riporre la carta lì dove l’aveva trovata. Il secondo furto è recentissimo ed è datato 5 ottobre 2022. Quel giorno in pronto soccorso arrivò una paziente di 56 anni, residente a Squinzano, in stato di stroke e in attesa del ricovero nel reparto di neurologia. Inutile aggiungere che le sue condizioni erano piuttosto critiche.

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L’operatrice socio sanitaria simulò un gesto di carineria nei confronti della paziente dandole una carezza sul viso per distrarla e strapparle la collana in oro che aveva al collo. Grazie alla visione delle telecamere installate nel presidio ospedaliero e alle testimonianze raccolte, gli investigatori hanno chiuso il cerchio sull’insospettabile ladra in corsia che anziché assistere i pazienti li avrebbe derubati in questi mesi. A marzo, poi, gli altri furti che hanno convinto gli inquirenti a collocare la oss ai domiciliari.

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