SALENTO – Si era invaghito di un ragazzo minorenne di qualche anno più piccolo di lui. Un’infatuazione, però, non corrisposta e sfociata, in breve, in episodi di molestie, pedinamenti e appostamenti. Così ripetute che la vittima aveva ormai paura di uscire da casa con i suoi amici per il timore di incontrarlo. Un 21enne, residente in un comune salentino, è così finito sotto inchiesta con l’accusa di stalking con le aggravanti di aver commesso il fatto anche medianti strumenti telematici nei confronti di un 17enne dopo la denuncia dei genitori del minore che, ormai, non riusciva a tenere a bada quel ragazzo più grande di lui. Anche perché gli episodi di molestie subìti sono stati continui e ripetuti: il ragazzino (nome di fantasia Stefano) riceveva, contro voglia, numerosi messaggi su whatsapp in cui il 21enne esternava la propria gelosia e minacciava gesti autolesionistici.
In una occasione avrebbe persino simulato l’ingestione massiva di farmaci rappresentando di essere affetto da un male incurabile e di accettare le cure solo se avesse potuto avere per sé il ragazzino. L’indagato avrebbe assunto atteggiamenti morbosi e iper possessivi per ottenere il controllo e la conoscenza costante delle condotte e delle frequentazioni del minore; avendo avuto notizia che per il giorno di San Lorenzo, il 17enne avrebbe trascorso la notte in spiaggia insieme ad alcuni amici avrebbe dapprima tentato di dissuaderlo dal partecipare ai festeggiamenti programmati; poi avrebbe raggiunto il gruppo pretendendo di essere accolto e, dopo aver sostato a lungo fuori dall’ingresso della tenda in cui si trovava il minore con una ragazza, avrebbe inscenato un malore con emottisi. A nulla sarebbe servito il tentativo di bloccare il 21enne sulle consuete chat perché l’indagato continuava a procurarsi informazioni tramite contatti con amici in comune.
Si appostava fuori dall’abitazione di Stefania che non aveva alcuna intenzione di incontrarlo; consegnava alla mamma del minore un plico contenente un monile, alcuni manoscritti e disegni in occasione del suo compleanno; avvicinava gli amici in comune minacciando azioni ritorsive nei confronti di Stefano e dei suoi familiari ora diffamando la vittima e i suoi stretti congiunti; da ultimo inviava, utilizzando l’app NGL, sulla piattaforma social Instagram relativa all’istituto scolastico frequentato dal ragazzino messaggi anonimi denigratori o canzonatorio facilmente riferibili alla persona offesa. In questo modo il malcapitato sarebbe sprofondato in uno stato di ansia e prostrazione tale da fargli cambiare radicalmente le abitudini di vita.
La pm Maria Grazia Anastasia, titolare del fascicolo d’inchiesta, ha disposto il sequestro dei telefonini e dei pc di indagato e vittima per affidare al consulente Silverio Greco una consulenza affiancato dall’ingegnera informatica Luigina Quarta (per la persona offesa). L’indagato è difeso dagli avvocati Antonio Tommasi e Roberto Rella.