CASARANO/LECCE – Al cuore non si comanda. Un vecchio adagio che calza a pennello con la storia di un salentino evaso dalla comunità in cui si trovava in detenzione domiciliare per accompagnare la moglie in stazione. Prima a Casarano e poi a Lecce dove ad attenderlo c’erano i carabinieri non appena l’uomo è sceso dal treno. “Ma io non riesco a stare senza mia moglie – si è giustificato – piuttosto mi ammazzo”. Giuseppe Di Gioia, 40 anni, di Lecce è rientrato nuovamente presso la Comunità “Servi del Cenacolo” gestita da una Confraternita di frati. Qui domenica mattina si è presentata la moglie per un colloquio. Dopo una ventina di minuti di chiacchiere, la donna avrebbe voluto congedarsi dal coniuge ma Di Gioia si è offerto di accompagnarla mano nella mano in stazione per rientrare a Lecce.
Dove, in realtà, è arrivato anche l’uomo. È salito sul treno con direzione, il capoluogo salentino insieme alla moglie. Ad attenderlo, già allertati, c’erano i carabinieri. Una volta, accompagnato in caserma, Di Gioia ha giustificato la fuga dalla Comunità per ragioni di cuore cercando un po’ di clemenza: “Non ce la faccio a stare senza mia moglie, piuttosto mi ammazzo”. E dire che ai domiciliari, Di Gioia si trova per aver maltrattato ripetutamente la moglie. nel processo, che si è celebrato in abbreviato, ha incassato due anni e mezzo di reclusione nonostante la donna non si sia costituita parte civile e, nel frattempo, abbia anche perdonato il marito.
Anche davanti alla giudice Francesca Mariano, nel corso dell’interrogatorio, difeso dall’avvocato Luca Puce, l’uomo ha confermato i motivi dell’evasione legati alla sua totale incapacità di stare lontano dalla sposa. Con data già fissata per il matrimonio: 26 agosto 2025. La giudice ha esortato a non evadere più sostenendo come ci siano altri strumenti per soddisfare l’esigenza di stare più tempo possibile insieme. L’arresto è stato convalidato. L’uomo è rientrato in Comunità, ma il magistrato del Tribunale di Sorveglianza potrebbe inasprire la detenzione domiciliare con quella in carcere. Di Gioia, però, è irremovibile: “Fate quel che volete, io voglio stare con mia moglie”.