“Tornare nel Salento è un lusso per pochi”. Viaggio in treno da 300 euro: nuova denuncia di Dario Stefano. Penalizzati lavoratori e studenti

SALENTO – Come in ogni periodo festivo, tornare nel a Lecce per migliaia di lavoratori e studenti è un lusso per pochi. È chiaro che, con i prezzi assurdi dei mezzi pubblici durante le vacanze, chi può opta per il ritorno con il mezzo privato, rendendo ancora più insicure, inquinate e trafficate le strade italiane. Alcuni politici da mesi stanno cercando di sensibilizzare le istituzioni e spingerle a fare una moral suasion verso le compagnie aeree e ferroviarie per limitare gli aumenti sul costo dei biglietti. “Da mesi denuncio, in ogni sede possibile, l’assurdità dei costi dei voli e dei collegamenti ferroviari da e per il Salento. E nei giorni scorsi, puntuale come un ritardo delle Frecce, è arrivata l’ennesima conferma – scrive l’ex parlamentare, senatore Dario Stefano –

Gli articoli pubblicati sabato da alcuni quotidiani denunciano un fatto gravissimo: a Pasqua volare da Milano a Brindisi costa più che volare a New York, mentre un biglietto del treno Genova–Lecce raggiunge i 340 euro. Sì, avete letto bene: 340 euro per un treno all’interno dello stesso Paese. E non stiamo parlando di tratte ad Alta Velocità, ma spesso di convogli vecchi, lenti e in ritardo.

Si sta ormai avvicinando il giorno della partenza per molti italiani che vorrebbero tornare a casa per le feste pasquali: ma chi parte da Milano – già schiacciato dal peso di un carovita fatto di affitti stellari e bollette insostenibili – spesso è costretto a rinunciare al ritorno in famiglia. Non per scelta, ma per impossibilità. Per un diritto negato.

Ecco qualche esempio, documentato (altro che fake news):
• Ryanair, volo Milano-Brindisi: 342 euro;
• EasyJet, volo Milano-Bari: 322 euro;
• ITA Airways, Milano-Brindisi: 420 euro.

Lo dico, alla faccia delle compagnie “low cost”!

Ecco allora che decine di migliaia di studenti e giovani lavoratori pugliesi non torneranno a casa per Pasqua, costretti a rimanere lontani dai propri affetti.

Lo ripeto da mesi: non bastano gli annunci e le promesse. Non bastano emendamenti bandiera. Non bastano le risposte che accusano i cittadini di “non sapersi organizzare e per tempo”. Non si può continuare a ignorare che prenotare un viaggio con mesi di anticipo non è sempre possibile, specie quando si lavora con contratti precari, turni incerti e impegni che possono cambiare da una settimana all’altra.

Questo è un tema che non può avere colore politico: riguarda la dignità, la libertà e l’uguaglianza di milioni di persone che vivono in un Sud ancora troppo distante, non solo geograficamente. Riguarda il diritto universale alla mobilità. Serve una svolta. Serve subito. Perché tornare a casa non può e non deve diventare un lusso solo per pochi”.