Infermiere denuncia avvocato: “Mi ha aggredito in ospedale e ora non riesco a lavorare”

LECCE – Aggredito pochi minuti prima di iniziare il turno di lavoro da un avvocato nello spogliatoio del reparto di Neurologia del Dea-Fazzi di Lecce. È il racconto messo nero su bianco in una denuncia per il tramite degli avvocati Alessandro Costantini Dal Sant e Alexia Pinto da un infermiere di 52 anni, residente a Carmiano, per un episodio risalente allo scorso 28 maggio. E su cui, ora, è stato aperto un fascicolo di indagine a carico di un noto penalista leccese. L’intera vicenda non è legata a incomprensioni in corsia per ritardi nei soccorsi, ma per questioni prettamente personali tra i due uomini: l’avvocato è stato nominato da tempo amministratore di sostegno della sorella dell’operatore sanitario.

L’aggressione si sarebbe consumata intorno alle 14 quando l’infermiere – secondo la sua versione – incontra il legale arrivato in ospedale per salutare un suo amico primario. I due si incrociano e inizia un acceso diverbio. L’avvocato aggredisce l’infermiere verbalmente. Lo minaccia e lo offende: “Devi stare attento che ti porto in Questura, s…”. L’operatore cerca di ignorare le offese. Ha fretta e deve iniziare il turno in corsia. Gli insulti, però, proseguono anche nella cosiddetta zona filtro, con alcuni epiteti volgari. L’infermiere si chiude in una stanza ma l’aggressore riesce ad aprire la porta e lo colpisce con una testata. Per la violenza del colpo cade rovinosamente a terra mentre non si fermano gli insulti.

L’aggressione si interrompe quando la caposala chiama la polizia. L’infermiere, però, è stordito. Viene accompagnato da un collega in pronto soccorso. Accusa anche vomito e uno stato di ansia. E, soprattutto, non è più in grado di proseguire nel turno di lavoro ed è costretto a rientrare a casa. “Da quel giorno – racconta – vivo in uno stato di perenne ansia e paura che condiziona persino le mie uscite da solo o con la famiglia e il mio rientro sul posto di lavoro. La gravità della condotta dell’avvocato – prosegue – è ancora più accentuata dalla circostanza del titolo di amministratore di sostegno e dal carattere premeditato dell’aggressione. Si è presentato nello spogliatoio del reparto di neurologia – prosegue l’infermiere – con l’esclusivo intento di picchiarmi, insultarmi durante il mio lavoro davanti ai miei colleghi, medici, personale sanitario, e pazienti. E, ora come ora, convivo con uno stato di ansia e di condizionamento della mia quotidianità oltre che quella della mia famiglia”.

La replica dell’avvocato non si fa attendere: “Anche io procederò con una denuncia/querela – spiega al Corriere Salentino – la ricostruzione dell’infermiere non è per nulla aderente alla realtà. Sono stato io quello minacciato più e più volte anche sotto il mio studio e sono convinto che la verità uscirà ben presto dal momento che il tribunale è stato prontamente informato dell’accaduto”. Al vaglio degli investigatori sono finite le immagini delle telecamere di videosorveglianza installate nel reparto. Dai filmati potrebbe emergere la verità su quanto effettivamente accaduto in ospedale.