NARDO’ (Lecce) – Si era finto vittima invece era il protagonista del suo stesso piano criminale poi scoperto dai carabinieri. Tre soggetti, di cui due già indagati nel tentato omicidio di Gianni Calignano a Nardò, sono finiti nei guai per aver messo a segno un colpo ad una ditta di noleggio di videogiochi a Novara. Dovranno rispondere di rapina e sequestro di persona, in un’operazione che ha visto la collaborazione tra i militari di Lecce e quelli di Novara. Le manette sono scattate ai polsi di Angelo Caci, 48enne siciliano e residente a Novara, di Emanuele Dell’Anna, 23enne, e Giampiero Russo, 28enne, entrambi di Nardò. Probabilmente a tradirli è stata la loro sicurezza.
Lo scorso 14 gennaio, due individui avevano messo a segno una rapina nella ditta Fonomatic New Game di Novara, operante nel settore della fornitura di caffè e del noleggio di slot machine per bar e sale scommesse: i rapinatori, entrati in aziine con delle parrucche in testa e armati di pistola, fecero irruzione negli uffici del titolare, al cui interno si trovava anche un “cliente” (che aveva appena ricevuto un prestito di 2mila euro da decurtare dai proventi delle slot machine presenti in un bar di sua proprietà). I malviventi, come in un film, legarono alle sedie le due vittime.
I rapinatori presero il denaro contante dall’ufficio, muovendosi con dimestichezza e dimostrando di conoscere dove fossero le due casseforti (una delle quali aperta grazie all’ inserimento del codice da parte del titolare). Arraffato il bottino i due, prima di fuggire, presero un decoder digitale terrestre e una batteria ausiliaria del sistema di videosorveglianza, pensando che fosse l’hard disk contenente i filmati del sistema d’allarme. L’hard disk, invece, rimase nell’ufficio della ditta con i relativi filmati, acquisiti poi dai carabinieri. Dalla visione dei fotogrammi iniziarono le indagini, condotte dai carabinieri del Norm della Compagnia di Novara.
Le indagini dei carabinieri hanno consentito di stabilire che il Caci, una delle due “vittime” della rapina, era in realtà l’organizzatore del colpo e che quella del “prestito” non era altro che una scusa per introdursi, senza destare sospetti, nell’ufficio del titolare della ditta con il quale sussistevano rapporti lavorativi. Sin da subito, infatti, la versione fornita ai carabinieri destava più di qualche perplessità agli investigatori.
L’uomo, infatti, aveva dichiarato di essersi sentito male per lo spavento durante la rapina, mentre, al contrario, dalla visione delle immagini, emergeva la sua assoluta tranquillità, nonostante fosse legato e minacciato con la pistola puntata alla testa. Quanto al malore, l’uomo lo aveva effettivamente avuto durante le fasi del preliminare sopralluogo dei carabinieri, quando si era reso conto che i due rapinatori non avevano prelevato i filmati della videosorveglianza. Un particolare che diveniva più interessante dinanzi all’insistenza dell’uomo, nel chiedere nei giorni a seguire se i filmati recuperati fossero leggibili.
Tra l’altro, i due rapinatori, rimasti diversi minuti in attesa nell’ufficio adiacente a quello del titolare della ditta, invece di attendere l’uscita di Caci, avevano “imprudentemente” dato inizio alla loro azione: le immagini dimostravano il momento in cui i due controllavano le tasche del giubbotto di Caci senza però prelevare i 2mila euro in contanti, appena ricevuti dal titolare della ditta di noleggio videogiochi. Quest’ultimo, poi, aveva riferito che i due rapinatori erano certamente italiani e con un chiaro accento meridionale mentre il Caci affermava trattarsi di stranieri.
Gli elementi portavano i militari a concentrare la propria attenzione sulla figura di Caci, risultata poi complice nell’azione. Con la collaborazione dei carabinieri di Lecce, scoprirono la misura cautelare a carico di Giampiero Russo e Angelo Caci per il tentato omicidio di Gianni Calignano, avvenuto il 16 maggio a Nardò.
Le indagini all’epoca appurarono che il fatto di sangue era scaturito dal tentativo di estorsione ai danni di un imprenditore del luogo che si era rivolto a Calignano per cercare mediazione. Proprio nell’ambito di questa indagine i militari leccesi avevano trovato convergenza investigativa con le investigazioni dei militari di Novara, che aveva portato all’arresto del 48enne siciliano.
Dall’analisi incrociata effettuata sul traffico telefonico delle utenze utilizzate da Russo, Caci e Dell’Anna e dopo il riconoscimento effettuato dalla vera vittima della rapina, i carabinieri di Novara chiusero le indagini intorno ai tre soggetti che, nei giorni immediatamente precedenti e successivi alla rapina, erano ripetutamente entrati in reciproco contatto. Nei prossimi giorni compariranno davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia assistiti dagli avvocati David Dell’Atti, Stefano Pati, Tommaso Valente e Davide Vitali.