LECCE – L’Anief fa sapere che in questi giorni il Senato Accademico, nella seduta del 12 dicembre 2023, non ha inteso procedere alla rideterminazione delle indennità e dei gettoni di presenza per gli organi universitari. Secondo i sindacalisti si tratterebbe di una spesa inopportuna in un periodo di ristrettezze. Si tratta dei cosiddetti “adeguamenti” voluti dal governo Draghi, in applicazione del quadro normativo di riferimento ed in particolare del D.P.C.M. 23 agosto 2022, n. 143 recante “Regolamento in attuazione dell’articolo 1, comma 596, della legge 27 dicembre 2019 n. 160 in materia di compensi, gettoni di presenza e ogni altro emolumento spettante ai componenti gli organi di amministrazione e di controllo, ordinari e straordinari, degli enti pubblici”. Le modifiche dei compensi in argomento avrebbero dovuto avere effetto dall’1/11/2022, alla luce dell’entrata in vigore del DPCM n. 143/2022 (7/10/2022), facendo in ogni caso salvi i compensi già determinati e tenendo conto delle vigenti norme di finanza pubblica tese al contenimento delle spese degli apparati amministrativi.
“In pratica le modifiche avrebbero interessato i seguenti compensi:
– compenso Rettore – dall’attuale di 25.200 euro a 121.000 euro
– compenso prorettore – dall’attuale 10.800 euro a 30.250 euro
– compenso componenti C.d.A. da zero a 108.900 euro
– i compensi per il Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti e dei membri effettivi sarebbero invece diminuiti di oltre 9.000 euro.
Complessivamente ci sarebbe stato un aumento di spesa di 214.796,50 euro – spiegano i sindacalisti –
La copertura finanziaria prevista per questi aumenti sarebbe stata assicurata mediante una corrispondente riduzione strutturale delle spese di funzionamento, quali il servizio di portierato, di pulizia e di vigilanza degli edifici universitari oltre che dalle economie derivanti dalla riduzione delle spese di energia elettrica. Tutto ciò premesso, riteniamo che il Senato Accademico abbia fatto una scelta di buon senso, considerate le ristrettezze economiche in cui versa la nostra Università. Tale situazione critica ha infatti determinato il recente aumento delle tasse per gli studenti nonché i mancati impinguamenti del salario accessorio del personale T/A le cui retribuzioni hanno perso considerevolmente potere d’acquisto a causa dell’inflazione e dell’aumento del costo della vita.
Auspichiamo che il Consiglio di Amministrazione, al cui Ordine del giorno del 19 dicembre prossimo è iscritto il medesimo punto, voglia allinearsi all’indirizzo politico formulato dal Senato Accademico”.
Abbiamo contattato telefonicamente il rettore Fabio Pollice, che è in Romania, dove gli è stata conferita una laurea honoris causa e che preferisce non rilasciare dichiarazioni fino a quando non si sarà espresso l’organo competente.