NOHA (Lecce) – Venne travolto da un collega di lavoro alla guida di un escavatore mentre effettuava dei lavori per la realizzazione di una piscina all’interno di una villa in località “Tre Masserie” a Noha (frazione di Galatina) il 12 aprile del 2021. Per la morte dell’operaio Luca Sedile, un ragazzo di 30 anni residente a Collepasso, il giudice monocratico della prima sezione penale Fabrizio Malagnino ha condannato a 1 anno e 8 mesi di reclusione, con il beneficio della pena sospesa e a 4 mesi di arresto Luca Paglialunga, 30 anni, di Aradeo, amministratore unico e legale rappresentante della Società Paglialunga Costruzioni srls con sede ad Aradeo, difeso dagli avvocati Gaetano Melucci e Giuseppe Corleto; sei mesi di reclusione (col beneficio della pena sospesa), e 4 mesi di arresto e seimila euro per Emanuela Pedone, 43 anni, di Civitavecchia (avvocati Paolo Pirani e Carlo Coltellacci), proprietaria e committente dei lavori, finiti sotto processo insieme ad Antonio Manco, 67 anni, di Aradeo, progettista e direttore dei lavori, difeso dall’avvocato Maurizio Piccinno, con un ruolo più marginale, quest’ultimo condannato a 4 mesi di arresto.
Il tribunale ha condannato l’azienda impegnata nelle costruzioni ad una sanzione amministrativa di 105mila euro, in veste di persona giuridica, per il risparmio nei costi di gestione e per un’insufficiente e inadeguata manutenzione delle attrezzature di lavoro “per poter così accelerare il processo produttivo e di massimizzare il valore della produzione che, nell’anno 2021, raggiungeva il valore di 370mila euro a fronte dei 0 euro spesi dalla società per la formazione e l’addestramento del personale. Sul banco degli imputati non era presente il collega del manovale: era alla guida del mezzo ma non avrebbe avuto responsabilità.
Il fulcro delle indagini, come accertato dagli ispettori dello Spesal, sarebbe stato altro: Paglialunga e Pedone avrebbero effettuato i lavori senza assumere i dipendenti nei registri obbligatori. Non sarebbe stata fornita alcuna informazione adeguata sui rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro, sulle normative di sicurezza e sulle procedure che riguardano il primo soccorso e la gestione dell’emergenza sulle misure di protezione. E non sarebbe stata assicurata una formazione sufficiente ed adeguata in materia di sicurezza e sull’utilizzo dei macchinari. L’escavatore, utilizzato per effettuare i lavori, aveva i pneumatici usurati e l’impianto idraulico risultava non funzionate. In più la proprietaria della villa si sarebbe astenuta nella fase della progettazione dell’opera al momento delle scelte tecniche di designare il coordinatore in fase di progettazione ed esecuzione dei lavori e di verificare l’idoneità tecnico professionale dell’impresa incaricata dei lavori per la realizzazione della piscina.
La ditta esecutrice, infatti, non sarebbe risultata abilitata in relazione ai lavori specializzati di costruzione. Di fatto il conducente del camion avrebbe effettuato una manovra errata mentre controllava il motore per una perdita di liquido. Sedile si sarebbe sdraiato sotto al pianale per cercare di individuare la perdita di liquidi mentre il conducente è rimasto al volante con il motore acceso, le marce in folle e per premere a fondo l’acceleratore e mandare il motore su di giri per rendere il problema tecnico più facilmente individuabile. Sta di fatto che il giovane operaio rimase schiacciato morendo sul colpo per lo schiacciamento del cranio, del torace e dell’addome. la sentenza prevede una provvisionale di 20mila euro ciascuno per i familiari della vittima, sorella e nipoti, parte civile con l’avvocato Silvio Verri.